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Messina, il Riesame per l’inchiesta sull’Asp: «La corruzione ci fu con la nomina di Alagna a commissario»

I giudici spostano avanti nel tempo l’esistenza del “patto” con l’on. Tommaso Calderone

La corruzione per i rapporti Alagna-Calderone con la mediazione del segretario particolare del politico, Arlotta, c’è stata. Ma con una lettura diversa da quella prospettata dall’accusa, cioé quando il primo è diventato commissario straordinario dell’Asp di Messina, e non prima, quando il manager era stato nominato direttore sanitario dall’allora dg La Paglia. Quindi bisogna spostare temporalmente in avanti le vicende («diversa ricostruzione delle vicende in valutazione»). Però i giudici de libertate si scontrano con l’intangibilità delle imputazioni prospettate dalla Procura, che invece faceva risalire l’accordo corruttivo alla precedente nomina di direttore sanitario.
È tutto qui il complesso ragionamento dei giudici del Riesame, che hanno formalmente rigettato la richiesta di misura interdittiva a carico dell’ex commissario dell’Asp Bernardo Alagna nell’ambito di una più vasta inchiesta della Procura sull’attività dell’Asp, così come in prima battuta aveva fatto la gip Ornella Pastore.

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