Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il figlio del boss "Puccio" Gatto indagato per aver ordinato due pestaggi. Era stato sorpreso a fare sesso con la prof in carcere

Avrebbe organizzato due spedizioni punitive per costringere al silenzio un altro detenuto del carcere di Padova che lo aveva scoperto in atteggiamenti intimi con la professoressa di matematica. La vicenda riguarda Paolo Gatto, il figlio 26enne del boss di Giostra, Puccio Gatto. Il 26enne messinese è indagato insieme alla stessa professoressa, una 39enne di Padova, e ad altri 6 indagati: Ivan Renato Monteiro Fonseca, 31enne capoverdiano, Thommy Cipolletti, 31enne di origine udinese, Andrea Manfrini, 28enne trentino di Rovereto, Bojan Simic, 42 anni, sloveno; e gli albanesi Taulant Ferroku, 33 e Roland Mamli, 37. A darne notizia è il Mattino di Padova.

Le accuse contestate sono di concorso in danneggiamenti e lesioni aggravate per tutti, tranne che per la prof chiamata a rispondere  di aver concorso nell’accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione. Il pm Benedetto Roberti ha chiuso l’indagine, atto preliminare alla richiesta di rinvio a giudizio. La relazione fra la prof e Gatto sarebbe nata in carcere tra una spiegazione di matematica e un’interrogazione. Un giorno un detenuto apre d’improvviso la porta del bagno dell’aula didattica, scopre i due in atteggiamenti molto intimi e fa una segnalazione alla Direzione del penitenziario. La vendetta è immediata. E durissima. L’11 maggio, nell’area dove si svolgono le attività di “Ristretti Orizzonti”, Gatto, Cipolletti e Fonseca Monteiro bloccano il recluso, lo circondano e poi lo picchiano anche con armi improprie.

Dieci giorni dopo - il 21 maggio - Simic, Ferroku, Mamli e Manfrini, convinti da Gatto accusato di aver impartito gli ordini, aggrediscono di nuovo il detenuto in modo ancora più violento: lo sorprendono nella palestra e con spranghe e attrezzi vari gli provocandogli lesioni guaribili in 60 giorni, tra cui la frattura femorale. Dalle telecamere interne a circuito chiuso gli agenti assistono alla scena e intervengono quando ormai è tardi. Il 25 maggio - scrive ancora il quotidiano veneto - scatta il trasferimento per i detenuti coinvolti nella vicenda ed è trasmessa una segnalazione in procura che dà il via all’inchiesta.

Gatto finisce a Verona, gli altri a Vicenza, Venezia, Trento e Belluno. La relazione fra il messinese e l’insegnante continua: il 21 e il 28 agosto scorso la professoressa va in visita al recluso, al quale aveva già effettuato delle ricariche telefoniche, consentendogli di usare cellulare e chiavetta Usb comunicando di fatto con il mondo esterno grazie all’account “Micia Mimì”.

Caricamento commenti

Commenta la notizia