Ci sono voluti dieci anni, la perseveranza di chi – il promoter locale Lello Manfredi su tutti – ha lavorato dietro le quinte e l’accelerazione definitiva sulla quale ha messo la faccia il sindaco Federico Basile in prima persona per arrivare al traguardo tagliato giovedì scorso, alle 21, quando sul palco del PalaRescifina è tornata la grande musica. La doppia tappa siciliana di Luciano Ligabue ha riacceso i riflettori su un palasport che per troppi anni ha rischiato di finire nel triste elenco degli edifici fantasma dell’Isola. Potenziali gioielli, abbandonati a se stessi.
Un po’ per gli “acciacchi” causati dal mancato utilizzo, un po’ per le farraginosità della burocrazia, un po’ per il sostanziale disinteresse da parte della politica, il PalaRescifina, dopo l’ultimo show dei Pooh a fine 2013, ha, di fatto, chiuso i battenti. Un triste epilogo, dopo i fasti vissuti, in ambito sportivo, con la Pallacanestro Messina, e in ambito musicale con i vari Claudio Baglioni e Jovanotti, senza dimenticare, sempre nel vasto panorama dell’entertainment (ancora non era definitivo l’ingresso in politica) il sold-out di Beppe Grillo nel 2008.
Paradossalmente è stata una sciagura come il Covid a riportare i messinesi al PalaRescifina, trasformato in un grande centro vaccinale. Ovviamente non era quella la mission più adeguata, ma in quella occasione in tanti hanno riscoperto il palazzetto, chiedendosi, dopo aver avuto la propria dose contro il virus, «ma perché non si fa più nulla qua dentro?».
E infatti dopo la triste parentesi pandemica, qualcosa è tornato a muoversi. La spinta di chi conosce meglio di chiunque altro, in città, la macchina dei grandi eventi, come il promoter Manfredi, appunto, non è stata casuale: l’occasione fornita dalla chiusura per inagibilità del PalaTupparello ad Acireale (non riaprirà prima dell’autunno 2024), e cioè il palasport che per anni ha fagocitato tutti i più grandi concerti al coperto in Sicilia (forte dei suoi circa 8 mila posti dichiarati), era troppo ghiotta. Non è stata colta subito, però, tant’è che – tutt’altro che volentieri – gli organizzatori di eventi si sono dovuti trasferire al palasport di Catania, più piccolo e per mille motivi, anche logistici, meno adatto allo scopo. L’accelerazione definitiva è arrivata lo scorso inverno, a margine dell’ennesimo successo dei Negramaro a piazza Duomo.
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