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Giovanna Spatari al vertice dell'Università: a Messina il “rosa” non è più solo una quota

Ai vertici del tribunale, delle partecipate, alla Soprintendenza e alla Guardia di Finanza, a Messina, ci sono donne.

La vera conquista sarà quando non sarà più una notizia. Ma oggi che a guidare l’Università di Messina, dopo 475 anni di storia, sia per la prima volta una donna, è una notizia eccome. Succede proprio mentre anche la Crui, la Conferenza dei rettori italiani, è presieduta per la prima volta da una donna, la rettrice dell’Università di Milano Bicocca, Giovanna Iannantuoni, con un ministero dell’Università e della Ricerca retto anch’esso da una donna, Anna Maria Bernini. Ma gli esempi virtuosi di una parità di genere che è finalmente reale e si impone ai vertici delle istituzioni li abbiamo in casa, in una Messina che alle donne ha dato le chiavi di importantissime realtà cittadine.

Spatari fa compagnia, ad esempio, alla prefetta, Cosima Di Stani, ed alla prima questora della storia di Messina, Gabriella Ioppolo. Ma anche alla comandante del Gruppo di Messina della guardia di finanza, Alessandra Rotondo, alla procuratrice facente funzioni, Rosa Raffa, alla presidente dell’ufficio gip, Ornella Pastore, alla presidente del Tribunale di sorveglianza Francesca Arrigo, alla direttrice del penitenziario di Gazzi, Angela Sciavicco. È donna la guida della Soprintendenza ai beni culturali e ambientali, Mirella Vinci.

Non è giunto ancora il tempo di una sindaca con la fascia tricolore addosso, ma non si può negare che, negli ultimi anni, le donne in politica si siano conquistate posizioni di grande rilievo. Tre delle aziende partecipate più importanti hanno al vertice una donna: Loredana Bonasera all’Amam, Maria Grazia Interdonato alla Messinaservizi, Valeria Asquini alla Messina Social City. E per la prima volta, a Palazzo Zanca, c’è una segretaria generale, Rossana Carrubba.

In Parlamento sono due le senatrici, Barbara Floridia e Dafne Musolino. E alla Regione l’unica messinese al Governo è l’assessora Elvira Amata. Un elenco – è questo il segnale più incoraggiante – che sembra destinato ad allungarsi. Almeno fino a quando non sarà più una notizia. Ma per il momento è già storia.

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