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Navi Rfi nello Stretto di Messina, polemica a scoppio ritardato. L’attacco di Barbagallo: insensata rinuncia

Una polemica “a scoppio ritardato”. In Commissione Trasporti del Parlamento, il capogruppo del Pd, e segretario regionale del partito, Anthony Barbagallo, attacca Rete ferroviaria italiana sulla questione delle tre navi da costruire per i trasporti nello Stretto. Ma l’affondo è rivolto soprattutto al Governo e al Ponte. Le Ferrovie, però, avevano già chiarito la posizione ufficiale, con una nota anticipata dal nostro giornale. Ma andiamo con ordine.
«Da Rfi lo stop alla costruzione di tre nuovi traghetti, è una rinuncia clamorosa e insensata che mortifica ancora una volta i cittadini ed il nostro territorio, utile soltanto alla propaganda del devastante progetto del Ponte». Comincia così l’offensiva di Barbagallo, il quale dichiara di aver presentato un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture. «È la dimostrazione che l’insensato progetto del Ponte non attira investimenti a supporto, ma prosciuga le risorse pubbliche destinabili alle infrastrutture del Sud e dell’intero Paese, come denunciato da Ance e dalla Corte dei Conti».
Nell’atto ispettivo rivolto al ministro Salvini, Barbagallo scrive: «Nel 2022 Rfi annuncia che tre traghetti veloci navigheranno nello Stretto di Messina. Ma, in realtà, i traghetti previsti, pubblicizzati come il prototipo del nuovo “collegamento dinamico” nello Stretto, alimentati da un sistema gas/elettrico/diesel che avrebbe permesso la riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e dotati di un sistema elettrico a emissioni zero nei porti di ormeggio, grazie ai pannelli solari, non verranno costruiti visto che la stessa Rfi ha azzerato le procedure di gara in fase di valutazione delle offerte». Poi, l’esponente del Pd aggiunge: «Pare che la decisione di Rfi sia legata agli sviluppi sul collegamento stabile nello Stretto, nell’ambito del quale le Fs dovranno svolgere un ruolo determinante per tutte le opere ferroviarie connesse al Ponte». E Barbagallo chiede di conoscere «i motivi che giustificano l’interruzione della procedura di gara e in che modo Rfi, società pubblica obbligata da un contratto di servizio, intenda garantire la continuità territoriale e la mobilità in Sicilia, in particolare nello Stretto di Messina, e al contempo migliorare l’efficienza del servizio».

Ebbene, proprio Rfi, e il suo presidente Dario Lo Bosco, nei giorni scorsi hanno chiarito la vicenda: Rete ferroviaria italiana ha sospeso la procedura di gara per la progettazione e la fornitura di due navi veloci di tipo “Dual fuel” (Lng/Diesel) «a causa della mancata realizzazione dei distributori di gas naturale liquefatto inizialmente previsti dall’Autorità di sistema portuale di Messina».

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