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Messina, padre Giuseppe Marrazzo dichiarato venerabile da Papa Francesco. Rogazionisti in festa

La città di Messina e la famiglia rogazionista è in festa: padre Giuseppe Marrazzo è stato dichiarato venerabile. Un evento che si aspettava da tempo vista la grande devozione per il religioso figlio di Sant’Annibale che ha fatto della sua vita e della vocazione un dono incondizionato per quanti - penitenti, ammalati, poveri - accorrevano da lui in cerca di un conforto umano e spirituale.

A dare la notizia direttamente da Roma - dove si trova per il convegno internazionale dei rettori dei santuari di tutto il mondo - padre Mario Magro, presidente del collegamento nazionale dei santuari e rettore della basilica messinese di Sant’Antonio. La dichiarazione di venerabilità, a quasi 31 anni dalla morte avvenuta il 30 novembre 1992, fa sapere il postulatore della causa padre Agostino Zamperini, giunge a seguito del riconoscimento delle virtù eroiche di padre Marrazzo contenute nella cosiddetta “positio” che documenta il carisma del religioso e l’impegno di “una vita incentrata su Cristo cercato nei poveri, negli infermi e nei detenuti”, come si legge nella relazione redatta dalla commissione teologica e successivamente consegnata alla Congregazione per le cause dei santi guidata dal prefetto, il cardinale Marcello Semeraro “Padre Marrazzo, col suo esempio di vita umile e silenziosa, è sempre presente nel cuore dei messinesi - ha detto padre Magro - auspicando che presto possa essere ascritto nel novero dei beati e i santi”.

Era stata sua la proposta, nel 2002, di avviare l’iter di canonizzazione del confratello, nato a San Vito dei Normanni in provincia di Brindisi il 5 maggio 1917, con la raccolta di oltre 10mila firme. E per molti padre Giuseppe Marrazzo, “u patruzzu” come lo chiamavano i devoti che ogni giorno andavano a trovarlo nel suo confessionale nella basilica di via Santa Cecilia perché piccolo di statura ma grande di cuore, è già santo, lo era in vita. La santità di chi è stato straordinariamente e semplicemente sacerdote.

Il decreto di Papa Francesco

Nel decreto promulgato stamani, Papa Francesco ha riconosciuto anche le virtù eroiche di due fondatrici di Congregazioni religiose. Riconosciute le virtù eroiche della Serva di Dio Eliswa della Beata Vergine Maria (al secolo, Eliswa Vakayil), nata nel 1831 in Kerala (India), in una famiglia benestante di proprietari terrieri molto credenti. Da vedova scelse una vita di preghiera e solitudine, si dedicò alla cura dei poveri, visse in una semplice capanna. Nel 1862 insieme al carmelitano scalzo italiano padre Leopoldo Beccaro diede vita alla prima Congregazione locale del Kerala, le Suore Carmelitane Teresiane, dedite alla formazione delle ragazze povere ed orfane e all’assistenza di abbandonati e bisognosi. Con la sua attività, madre Eliswa contribuì alla promozione umana e intellettuale delle donne nel complesso contesto sociale e religioso dell’India a cavallo del XIX e XX secolo.
Infine riconosciute le virtù eroiche di Maria Francesca Foresti è stata la fondatrice della Congregazione delle Suore Francescane Adoratrici. Nata nel 1898 a Bologna, fondò diversi movimenti e confraternite. Tentativi che non sempre andarono a buon fine. Nel 1919, condivise con Padre Pio l’idea di dedicarsi alla vita contemplativa, coltivando una particolare devozione per l’Eucarestia. Si dedicò all’educazione dei giovani tramite l’insegnamento del Catechismo, educando a una vita di obbedienza nel rispetto della libertà di ciascuno. La salute malferma, a causa di problemi cardiaci, la portò alla morte a 55 anni.

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