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L’inverno demografico di Messina: le strategie del Comune per invertire un trend quasi inarrestabile

Dalle politiche di sostegno per le ampie fasce di anziani alle azioni mirate per creare occasioni di investimento. E si pensa agli Stati generali della gioventù

Il termine “inverno demografico” è entrato ormai nella storia delle nostre città. È una lunga, fredda e arida stagione di culle vuote e di fughe dei giovani verso altri lidi. Cosa può fare un’Amministrazione comunale? Il sindaco Federico Basile non dimentica che proprio negli ultimissi giorni della sua campagna elettorale, nel giugno del 2022, andò a Milano per incontrare diversi giovani messinesi andati al Nord per studiare o per lavorare. E in quell’occasione prese il solenne impegno di far di tutto per creare occasioni utili a trattenere le ragazze e i ragazzi che vanno via e opportunità per far tornare chi è fuori ormai da anni.
Ma i trend storici in atto – che oltretutto riguardano gran parte dell’Italia, anche se poi l’area dello Stretto è quella che ha perso più abitanti negli ultimi vent’anni – non si cambiano con un colpo di bacchetta di magica. È questa la linea della Giunta Basile e vediamo di riassumerne i punti salienti.

Il report di Openpolis

Che il tasso di natalità continui a scendere vertiginosamente, è un dato di fatto. Ma, come evidenziano sindaco e assessori che hanno competenze in materia (in particolare le Politiche sociali, la delega è assegnata all’avvocata Alessandra Calafiore), qui sono il Governo nazionale e la Regione siciliana che devono intervenire con maggiore incisività. Occorrono politiche a sostegno di giovani, donne, famiglie. Il Comune e la Città metropolitana di Messina stanno, comunque, studiando una serie di azioni mirate, che possano dare il segnale concreto della vicinanza dell’ente locale soprattutto alle giovani coppie.

Le questioni poste dalla Cgil

Come pubblicato dal nostro giornale, la Cgil messinese ha sollevato una serie di interrogativi sulle politiche sociali e sui servizi di assistenza agli anziani, perché – ha sottolineato il sindacato – la diminuzione del tasso di natalità ha come altra faccia della medaglia il progressivo invecchiamento, e impoverimento, di sempre più ampie fasce di “over” (65, 70, 75, 80 anni...). Su questo fronte, la risposta è netta: «L’Amministrazione comunale sta operando uno sforzo mai messo in campo prima». E viene evidenziato il ruolo svolto, proprio nei servizi di assistenza domiciliare, da quella che è diventata ormai una delle principali “aziende” della città, la Messina Social City, con il suo esercito di oltre mille dipendenti e le migliaia di soggetti fragili assistiti. È evidente che stanno cambiando determinate dinamiche ma, come ha fatto notare Federico Basile anche durante un suo recente intervento in Consiglio comunale, a Messina c’è stata una vera e propria rivoluzione nel “welfare” in questi ultimi anni. Una rivoluzione avviata dalla Giunta De Luca che ha posto fine allo storico “regime” cooperativistico e ha affidato la gestione dei servizi alla Social City. La Cgil ha chiesto con chiarezza come si stanno utilizzando i cospicui finanziamenti relativi ai vari progetti di assistenza domiciliare e di presa in carico degli anziani non autosufficienti. L’assessora Calafiore, proprio durante la seduta della competente Commissione consiliare, ha fornito i dati e spiegato come si sta agendo sui vari fronti. L’immissione in servizio di tante nuove unità di personale va anche governata e la presidente di Messina Social City Valeria Asquini ha più volte confermato che si sta facendo un enorme lavoro di programmazione, per venire incontro alle sempre più pressanti istanze ed esigenze.

Il capitolo giovani

Su questo versante, l’Amministrazione sta agendo in tre direzioni. 1) Creare le condizioni perché vengano qui nuovi investitori, che si rendano conto delle potenzialità del nostro territorio e che «si innamorino dello Stretto». È anche per questo che è stato promosso il “brand Messina”, non solo per far arrivare in città flussi ancora maggiori di turisti. Nuove aziende che troverebbero la loro sede logistica ideale in quel Polo dell’innovazione tecnologica che nascerà sulle macerie degli edifici demoliti, o in corso di demolizione, lungo la cortina del porto. L’I-Hub dello Stretto è una carta che Comune e Università insieme intendono giocarsi fino in fondo. 2) Si sta pensando alla convocazione di una sorta di Stati generali della gioventù messinese, con il coinvolgimento del provveditorato agli studi, dell’Ateneo e di tutte le agenzie educative che si occupano di bambini, adolescenti e giovani. 3) Creare sempre più spazi per un’aggregazione sana, per incentivare talenti e creatività, per incoraggiare i giovani messinesi a impegnarsi sempre più, anche indirizzando le scelte politiche del Comune.
Per il resto, è ovvio che l’intero territorio deve fare la sua parte. Che la città deve saper raccogliere il guanto di sfide che – una su tutte, la possibile costruzione già dal 2024 del Ponte sullo Stretto – sembrano davvero difficili, quasi proibitive, ma che possono anche rappresentare un’occasione unica per invertire il trend della stagnazione e della rassegnazione.

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