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Messina, il sindacato CSA: "Il comandante Blasco per la legge è inamovibile"

Citata una sentenza del Tar Abruzzo secondo la quale il comando della polizia municipale può essere assunto solo da personale appartenente ai ruoli del corpo

C'è una forte presa di posizione del sindacato CSA, attraverso il suo rappresentante Gaetano Giordano, componente del direttivo nazionale del dipartimento di polizia locale, in merito alla scadenza del contratto del comandante della polizia municipale Stefano Blasco. Nei giorni scorsi, il sindaco Basile, ha affermato che l'accorto non sarà prorogato e che si andrà avanti con un incarico ad interim. Il sindacato sostiene e spiega perchè il comandante Blasco sia inamovibile  in base ad una normativa in vigore  fin quando non si procederà a concludere l'iter concorsuale per la copertura del posto. 

La nota del sindacato

Pare superfluo evidenziare che è del tutto illegittima la dotazione organica che preveda la soppressione del corpo di polizia municipale con conseguente inserimento all’interno di una struttura amministrativa più complessa.
E’ questo il principio affermato dal Consiglio di stato con la sentenza 4605/2012.
Come se tutto ciò non bastasse, per mettere un punto fermo e definitivo sull'argomento, recentemente si è espresso anche il  Tar Abruzzo ( Sentenza aprile 2023 - n. 192   sezione L'Aquila) secondo cui: il comando della polizia municipale può essere assunto solo da personale appartenente ai ruolo dello stesso corpo.

Fatto salvo tutto quanti sopra, prosegue la nota, è di tutta evidenza che l'amministrazione ha una grossa responsabilità sulle scelte che andrà a fare nel rispetto delle norme e delle ultimissime sentenze a riguardo.
Il caso del conferimento di nomine dirigenziali del Corpo di Polizia Municipale a funzionari e/o dirigenti provenienti da altre aree ovvero, in particolare, dall'area amministrativa - della struttura comunale, riproduce, ancora una volta, gli effetti di una prassi invalsa presso molte analoghe situazioni locali sull’intero territorio nazionale.
In buona sostanza, fin dai tempi immediatamente successivi all’entrata in vigore della I. 142/90, si è assistito ad una autentica proliferazione dei più svariati e multiformi tentativi di collocare, ai vertici dei Corpi e servizi di P.M., singole soggettività prelevate da uffici, aree e comparti totalmente estranei all’organico di quelli, purché muniti di qualifiche corrispondenti ai livelli professionali richiesti per l'acquisizione della titolarità di comandante e/o dirigenti dei Corpi e servizi stessi.

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