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Rifiuti a Messina, all'impianto di Mili «nessuna criticità»

Dopo l’esposto del gruppo consiliare della Lega su liquami sospetti, arriva la risposta dell’Asp

Il depuratore di Mili

I dubbi erano stati sollevati dal gruppo consiliare di Prima L’Italia e ribaditi in un recente incontro pubblico all’Hotel Europa. La regione e l’Asp però li hanno fugati. E questo dovrebbe far dormire sonno tranquilli a tutti. Parliamo del doppio impianto di Mili, quello della depurazione e il costruendo per la gestione della frazione umida.
L’azienda sanitaria provinciale, attraverso il Servizio di tutela dai rischi connessi all’inquinamento ambientale e risorse idriche e il Siav, è entrata nel dettaglio di ciò che ha riscontrato nell’attività ispettiva. Intanto ha ricordato le autorizzazioni sia per lo scarico tramite una condotta sottomarina nel mar Ionio delle acque “lavorate” che quella per le emissioni in atmosfera. Ma ha anche posto l’accento sul fatto che in più occasioni siano state segnalate esalazioni maleodoranti “quasi sempre correlate a condizioni climatiche particolari come la prevalenze di taluni venti o situazioni di inversioni termiche”. Nel giorno del sopralluogo, il 20 settembre scorso, senza vento e con cielo nuvoloso, precisa l’Asp, “sono state apprezzate modeste esalazioni maleodoranti in alcune zone” e non in tutto l’impianto o all’esterno. Quanto ai controlli, quelli periodici di Arpa e Città Metropolitana, viene segnalato come “ tranne che per la segnalazione di alcune infrazioni riguardanti talora particolari aspetti sull’efficienza della gestione depurativa o della disinfezione dei reflui, o aspetti di carattere amministrativo, non hanno mai evidenziato situazioni anche lontanamente paragonabili o sovrapponibili a quelle dichiarate dall’esposto del Gruppo consiliare”. Nel quale veniva invece segnalato come “ il depuratore non ha mia funzionato correttamente in dispregio ad ogni normativa e che enormi liquami o liquido tinto di un colore scuro, vengono riversati nel mare circostante, causa questa di una progressiva desertificazione del fondale interessato”.

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