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Spadafora, gli esami-bis in un clima di tensione. Una madre: "Scritte falsità, i ragazzi non hanno colpe. Accanimento fuori luogo"

La vicenda della classe del Galilei che dovrà ripetere la Maturità.

Un caso che per molti versi, come era prevedibile, sta assumendo contorni molto tristi e spiacevoli. La vicenda che vede coinvolta la classe di Spadafora che, secondo il Tar Catania, deve tornare a scuola e ripetere l'esame orale di Maturità ha scatenato un vero e proprio “inferno”. La questione, che rischia di avere una coda giudiziaria di rilievo penale, oltre che amministrativa, ha interessato intere famiglie. Secondo il Tar Catania, la classe deve ripetere la prova visto che sono state accertate gravi irregolarità, a sua volta rilevate dall’Ufficio scolastico regionale. Un caso delicato che sin dall’inizio ha fatto registrare diverse conflittualità tra le parti.

Tutto nasce nel mese di luglio, quando la famiglia di una studentessa della classe ha presentato all’Ufficio scolastico regionale Sicilia un esposto, segnalando delle gravi irregolarità sorte al momento dello svolgimento dei colloqui degli esami di Stato, che avrebbero inciso in maniera negativa sulla sua valutazione finale. Una sorta di “ingiustizia” che avrebbe visto la stessa ragazza in difficoltà rispetto ai compagni. In questa circostanza, la ragazza ha fatto sapere che agli esami orali una docente, nonché componente interna della commissione di esami, in una chat di classe, avrebbe inviato agli alunni messaggi e immagini relativi agli argomenti che la commissione aveva già selezionato per lo svolgimento dei colloqui. Dalla relazione conclusiva depositata dal collegio ispettivo è emersa la fondatezza dei fatti riportati nell’esposto formulato dall’avvocata Maria Chiara Isgrò, ritenendosi pertanto sussistenti i presupposti per l’annullamento dei colloqui e la loro ripetizione, di cui era stata già riordinata la riedizione davanti a una nuova commissione lo scorso settembre. E il Tar ha confermato le anomalie. Il clima che si respira oggi dopo la sentenza è ancora più rovente. Se da una parte l'avvocata Maria Chiara Isgrò, legale della famiglia della ragazza che ha esposto il caso, ha fatto emergere come la ragazza in questi mesi sia stata totalmente isolata e discriminata dai propri compagni di classe, oltre che da numerosi conoscenti e persino additata come “traditrice” anche tramite i social network, dall'altra si registrano gli umori della classe.

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