«Sono profondamente amareggiato e addolorato da questa vicenda. È evidente che il Tar ha respinto in toto il ricorso contro l’annullamento delle prove orali degli esami di Stato e lo ha fatto sulla base di un’attività ispettiva approfondita dell’Ufficio scolastico regionale che ha riscontrato elementi ritenuti certi su “irregolarità invalidanti”. L’elencazione degli argomenti, come ricostruito, ha incanalato gli esami nell’ambito degli argomenti indicati e poi utilizzati come spunto dei colloqui».
Non si dà pace Stello Vadalà, il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, il quale non può né vuole sottrarsi nemmeno ad una valutazione di questo tipo di condotta: «Da quanto risulta, i basilari principi deontologici della professione di insegnante sono stati violati. Al di là delle singole discipline di un esame, noi insegnanti dobbiamo essere un esempio per i giovani, e qui purtroppo di esemplare non c’è nulla». Il provveditore mantiene in questa fase il più stretto riserbo sulle vicende procedurali interne all’ordinamento scolastico, ma il percorso è stato delineato: si avvierà il cosiddetto “disciplinare” per la docente di Storia e Filosofia, ma questa speciale istruttoria ministeriale per l’accertamento delle possibili responsabilità riguarderà non solo la commissaria autrice delle anticipazioni WhatsApp ma anche gli altri cinque commissari e il presidente dell’organo collegiale d’esame.
Per i sei docenti componenti, a procedere con le dovute garanzie – contestazioni, audizioni, difesa – sarà l’Ufficio scolastico provinciale mentre la posizione del presidente della commissione d’esame verrà vagliata dall’Ufficio scolastico regionale. La procedura interna, che costituisce un canale diverso dal processo amministrativo, potrebbe sfociare in un provvedimento di tipo disciplinare di vario diverso, a seconda del riconoscimento, o meno, di una responsabilità. In atto la docente di Storia e Filosofia, insegna in un’altra scuola della provincia messinese, dopo essere stata trasferita su sua richiesta prima che si verificassero i fatti. Naturalmente, valutazioni e procedure a parte, ora si pone – con estrema urgenza – il problema di una celere ripetizione delle prove orali. Impensabile pensare che i percorsi di studio universitario, di qualificazione professionale o di lavoro di 11 studenti possano venire congelati, in autunno inoltrato, per una condotta, per quanto oggettivamente grave, che non è stata messa in atto da loro ma da un'insegnante, e di cui loro sarebbero stati beneficiari per una parte delle prove orali. In ogni caso si tratta di giovani che vengono da cinque anni di studio, e subiranno lo stress di un nuovo esame di Maturità. Un caso senza precedenti in Italia, ad eccezione di una commedia cinematografica.
Vadalà dà in tal senso un segnale rassicurante: «Sarà mia cura fin dalle prime ore del mattino di domani (oggi, ndr) fissare la data dei nuovi esami al più presto possibile, a novembre, perché tutti gli undici ragazzi possano meritatamente conseguire il diploma da loro agognato e andare avanti nelle loro vite, e possano impegnarsi per realizzare tutte le loro aspirazioni e i loro sogni più belli».
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