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Gaggi, il 15enne Salvatore D’Agostino morì folgorato per un faretto: assolti i manager

La Procura aveva chiesto nove mesi di reclusione. Ma il giudice monocratico Alessandra Di Fresco ha assolto «per non aver commesso il fatto» la presidente di Gemmo S.p.a., la vicentina Susanna Gemmo, e un manager santateresino della società, l’ing. Francesco Trimarchi. Erano loro i due imputati del procedimento penale per la tragica morte di Salvatore D’Agostino, il quindicenne di Gaggi deceduto nel 2016 dopo essere rimasto folgorato urtando un faretto nella piazza del suo paese, in un luogo accessibile a tutti, mentre giocava a calcio con gli amici. Stette 18 giorni in coma.
Ai due era contestato l'omicidio colposo in concorso: la Gemmo in qualità di legale rappresentante della società Gemmo S.p.a., affidataria del “servizio luce e dei servizi connessi”, in concreto del servizio di gestione dell’impianto di pubblica illuminazione del Comune di Gaggi e del servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria, e Trimarchi in qualità di dipendente della società Gemmo Spa, responsabile della gestione della commessa.
Francesco Trimarchi è stato difeso dagli avvocati Alessandro Faramo di Messina e Giuseppe Bana di Milano, Susanna Gemmo dagli avvocati Marcello Bana e Jacopo Campognani di Milano.
I genitori del ragazzo, parte civile nel procedimento, erano assistiti dall’avvocato Filippo Pagano, e a suo tempo per tutte le questioni risarcitorie e stragiudiziali si sono avvalsi dello Studio 3A-Valore. Il legale a suo tempo ha presentato un esposto alla Procura, che aveva aperto un fascicolo contro ignoti, chiedendo di individuare il proprietario dell’area, il titolare dell’utenza che alimentava il faretto e il fornitore dell’energia, chi l’avesse collocato collegando i cavi e mettendolo in esercizio, a chi competesse la manutenzione; che si accertasse se l’installazione fosse a norma viste la mancanza di griglie di protezione e cartelli di pericolo e la presenza di nastro adesivo ormai consunto che attestava un datato e maldestro intervento sui cavi; e che si documentasse lo stato dei luoghi e l’accessibilità a tutti.

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