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Omidicio Fortugno a Locri: fu l’anno zero del “no” condiviso alla ‘ndrangheta

Locri e la Locride non dimenticano il sacrificio di Francesco Fortugno, assassinato 18 anni fa si trovava nell’atrio di Palazzo Nieddu, dove si tenevano le primarie dell’Unione, l’allora centrosinistra nazionale. Il vice presidente del Consiglio regionale colpito a morte in un momento storico che stava per segnare lo spartiacque della politica calabrese. Un omicidio che provocò l’indignazione della società civile di Locri, della Locride e di tutta la Calabria, rafforzando l’indignazione contro tutte le mafie.
Diciotto anni dopo lo Stato continua ad essere presente accanto alle istituzioni e ai famigliari di Fortugno e alla commemorazione di ieri erano presenti numerosi cittadini e moltissimi giovani dei vari istituti superiori di Locri, dallo Zaleuco al Mazzini, dall’Alberghiero all’Oliveti-Panetta, ai all’istituto professionale. Cittadini e istituzioni uniti in un momento di riflessione e partecipazione per ribadire il fermo no alla ‘ndrangheta della Locride e dell’intera Calabri. Particolarmente significativa, inoltre, è stata la massiccia partecipazione degli studenti di Locri che ieri, come avvenuto in forma clamorosa 18 anni fa, hanno testimoniato con la loro presenza, in chiesa prima e poi a Palazzo Nieddu, l’impegno che il mondo della scuola che Locri porta avanti dal 2005 contro ogni forma di malaffare.

Ideali condivisi dai tanti cittadini che hanno preso parte alla giornata, apertasi con la messa nella Chiesa di Santa Caterina Vergine e Martire officiata da don Lorenzo Santoro, cancelliere della Curia, che ha portato i saluti di mons. Francesco Oliva, alla presenza delle massime autorità istituzionali del territorio. Altro momento denso di significati, quello successivo a Palazzo Nieddu del Rio, dove, in un’atmosfera di commozione e raccoglimento, si è svolta la deposizione della corona da parte delle istituzioni dello Stato alla presenza prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, accompagnato dalla vedova di Fortugno, Maria Grazia Laganà, e dai familiari.
«Il 16 ottobre rappresenta una data simbolo non solo per la Locride ma per l’intera Calabria ed io, insieme alla mia famiglia, intendo portare avanti il percorso avviato in quel tragico giorno, non solo per onorare la memoria di mio marito Franco ma anche come testimonianza autentica di impegno civile di questa comunità». Così Maria Grazia Laganà, a margine dell’evento, evidenziando inoltre che tale ricorrenza «costituisce un preciso impegno per la tutela della memoria di una persona perbene che ha pagato con la vita il suo rigore morale e il suo senso delle istituzioni».

 

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