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Università di Messina, Spatari: "No alla propaganda negativa. Ora serve una visione partecipativa e collegiale"

La candidata alla corsa di rettore interviene all'indomani delle dimissioni di Cuzzocrea

"La nostra Università non ha bisogno di propaganda negativa. Questo è quello che mi sento di dire a tutte le colleghe e i colleghi del ruolo docente e del personale tecnico amministrativo così come pure a tutte le studentesse e a tutti gli studenti che hanno scelto UniME per costruire il loro futuro.

Un inasprimento dei toni e una lettura non definitiva dei fatti di cronaca potrebbe degenerare e arrecare danno a una Istituzione, come l’Università degli Studi di Messina, che vanta una storia importante e al cui interno lavorano quotidianamente, con impegno e abnegazione, tante “persone per bene” che hanno quale unico interesse e legittima aspirazione il non veder vanificati i propri sacrifici. Qui non è in discussione soltanto il futuro del nostro Ateneo e della nostra città ma, ancor prima, l’idea stessa di democrazia che tutti siamo chiamati a tutelare". E' quanto afferma Giovanna Spatari, docente dell'Università di Messina e in corsa per la presidenza al rettorato.

"A ciascuno, nessuno escluso, spetta adesso il compito di valutare con serenità e con onestà intellettuale cosa bisogna fare nell’immediato e nel prossimo futuro per rendere l’Ateneo di Messina sempre più competitivo e attrattivo sulla scena nazionale e internazionale. La nostra comunità accademica ha dimostrato di saper resistere con determinazione in momenti assai difficili e la prova maggiore si è avuta in coincidenza con l’avvio della pandemia del 2020: nonostante il periodo complesso si è dimostrato che unendo sinergicamente le forze è stato possibile non solo andare avanti nella gestione della “ordinaria amministrazione”, ma soprattutto garantire alla nostra università concrete opportunità di crescita e di sviluppo. È giunto adesso il momento in cui bisogna definire linee programmatiche, nel breve e nel lungo periodo, che consentano al nostro Ateneo di migliorare le sue performance nei settori della ricerca e della didattica (attraverso una nuova campagna di reclutamento), delle infrastrutture (recuperando ampi spazi inutilizzati alla fruizione comune e creandone di nuovi a beneficio delle varie attività scientifiche), dei servizi (anche di quelli residenziali) per gli studenti. Tutto ciò non sarà, né realisticamente potrebbe esserlo, il frutto di isolate scelte verticistiche bensì di una visione partecipativa e collegiale dove ognuno di noi sarà chiamato a fare la sua parte. È questa l’Università che immagino per il futuro, un’università dove il dialogo e il confronto reciproco rappresentino il metodo da applicare ad ogni scelta e ad ogni decisione; dove la carica di Rettore sia per tutti immagine di un Servizio; dove ciascuno di noi sia spinto dal medesimo amore per l’Istituzione che tutti ci rappresenta e che, a sua volta, singolarmente rappresentiamo. È giusto ribadire che l’Ateneo peloritano è, per la sua peculiare collocazione geografica, al centro di un sistema integrato e rappresenta, per la città di Messina e per il territorio che la circonda, non soltanto una fucina culturale ma una vera e propria risorsa in termini economici e lavorativi.

La nostra università - conclude la Spatari - è chiamata non soltanto ad avere un ruolo di indirizzo nella formazione umanistica e scientifica delle future generazioni ma anche nelle politiche di sviluppo oggi economicamente sostenute da appositi fondi di ricerca e piani di finanziamento nazionali ed europei. In tale contesto le politiche di semplificazione amministrativa, unitamente a quelle relative all’innovazione tecnologica e digitale e alla sostenibilità energetica, sono solo alcuni degli obiettivi con i quali il nostro Ateneo sarà chiamato a confrontarsi nei prossimi anni. Ci attende un periodo di grande impegno che dovremo affrontare con lucidità e caparbietà per concorrere al potenziamento economico e culturale dell’intero territorio. Occorre uno sforzo sinergico verso una comune direzione che è quella di mettere al centro del nostro futuro la “condivisione dei saperi”, accantonando egoismi e personalismi faziosi che hanno come unico risultato quello di avvelenare il clima di una campagna elettorale che mi auguro, invece, possa svolgersi in maniera aperta e leale".

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