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Ponte sullo Stretto ed espropri, il botta e risposta tra Ciucci e Saitta

Il tema degli espropri è tra i più delicati, quando si parla di grandi opere pubbliche. E da quando è stato rimesso in moto l’iter di progettazione del Ponte sullo Stretto, era inevitabile che tornasse in primo piano la questione degli immobili e dei terreni che dovranno essere espropriati “per pubblica utilità” e dei relativi indennizzi.
Ieri si è registrato un botta e risposta tra l’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, e il prof. Antonio Saitta, il legale al quale si sono rivolti numerosi messinesi proprietari di case che ricadono nelle aree oggetto del piano di espropriazione. «Gli indennizzi dovuti a seguito delle procedure espropriative, che saranno avviate dopo l’approvazione del progetto definitivo del Ponte da parte del Cipess – precisa Pietro Ciucci –, saranno determinati e liquidati nel rispetto della normativa di legge, dei termini ivi previsti, delle tutele e dei diritti dei proprietari espropriati. Non risponde al vero che la società abbia inteso differire a dopo l’avvio delle procedure espropriative la liquidazione degli indennizzi eventualmente dovuti per la reiterazione dei vincoli preordinati all’esproprio. A tale riguardo – insiste l’ad della “Stretto di Messina” – la società con tempestività, a fronte di generiche richieste presentate dall’avv. Saitta per conto di alcuni proprietari, ha richiesto all’avvocato stesso di produrre ogni utile elemento documentale idoneo ad attestare l’entità del danno subito da ciascun proprietario e la titolarità dei beni incisi dal vincolo secondo quanto previsto dall’art. 39, comma 1, del Testo unico espropriazioni e in linea con le pronunce della Corte di Appello di Messina. Ciò proprio al fine di poter provvedere sollecitamente all’eventuale liquidazione dell’indennizzo».

Immediata la contro-risposta, da parte di Saitta: «Non risponde al vero che, mio tramite, gli interessati abbiano rivolto alla società richieste “generiche” di indennizzo e a nulla rileva, ai fini dell’indennizzo per i nuovi vincoli, che il progetto del Ponte sia in fase di aggiornamento. Infatti, secondo l’art. 39 del Dpr 327 del 2001, “l'autorità che ha disposto la reiterazione del vincolo è tenuta a liquidare l'indennità, entro il termine di due mesi dalla data in cui abbia ricevuto la documentata domanda di pagamento e a corrisponderla entro i successivi trenta giorni”. Per la Cassazione, “in tema di indennizzo per reiterazione di vincolo espropriativo non si richiede al privato di fornire la prova di aver subito un danno ingiusto, dal momento che allo stesso compete un indennizzo per il sacrificio sofferto in conseguenza di un atto lecito della Pa, e non il risarcimento del danno conseguente ad un atto illecito”. Pertanto, i miei assistiti hanno chiesto alla società il pagamento dell’indennizzo previsto dalla legge per la semplice reiterazione dei vincoli. La “Stretto di Messina”, anziché dare risposte dilatorie o chiedere prove non dovute, dimostri nei fatti la propria sensibilità verso un tema sociale e privato così dirompente per la vita degli incolpevoli proprietari».

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