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Espropri per il ponte sullo Stretto, l’avv. Antonio Saitta: "Cominciamo male..."

Espropri, vincoli e indennizzi. Comincia a farsi “caldo” il clima per i messinesi che abitano dalle parti di Torre Faro, a giudicare da quanto scrive il prof. Antonio Saitta in una nota, in quanto legale di numerosi residenti della zona: «Su incarico di numerosi cittadini - scrive -, le cui abitazioni e attività produttive sono interessate dagli espropri per la realizzazione del ponte, ho chiesto alla Stretto di Messina Spa di voler liquidare gli indennizzi previsti dalla legge per la reiterazione dei vincoli (che, già con la loro semplice esistenza, e ancor prima che si proceda alle eventuali espropriazioni, incidono negativamente sulle loro proprietà). La Società - prosegue il prof. Saitta -, non ha accolto la richiesta affermando che dell’argomento si potrà parlare solo dopo l’aggiornamento del progetto del ponte, ma la legge prevede l’indennizzo all’atto della semplice reiterazione dei vincoli e non successivamente all’approvazione del progetto; in più ha invitato gli interessati a fornire prova dei danni subiti, ma la legge e la Corte di Cassazione, proprio pronunciandosi sul caso dei vincoli previsti per il ponte sullo Stretto, chiariscono che l’indennizzo è dovuto senza necessità di provare alcunché, se non la semplice esistenza dei vincoli stessi. Ovviamente stiamo rispondendo con fermezza, ma temo che la vicenda finirà davanti ai giudici».

«In prospettiva, però - conclude il prof. Saitta -, i timori sono diversi e maggiori: se la Società concessionaria dell’opera già non risponde positivamente alle legittime richieste dei proprietari perché sia liquidato l’indennizzo dovuto a seguito della semplice reiterazione dei vincoli, è facile temere che all’atto delle espropriazioni si incontreranno resistenze ancora maggiori per far valere i legittimi interessi e i diritti dei proprietari che verranno privati dei loro beni».
Nella sentenza cui si riferisce il prof. Saitta si legge infatti tra l’altro che «... secondo l’orientamento di questa Corte condiviso dal Collegio e qui ribadito, in tema di indennizzo per reiterazione di vincolo espropriativo non si richiede al privato di fornire la prova di aver subito un danno ingiusto, dal momento che allo stesso compete un indennizzo per il sacrificio sofferto in ocnseguenza di un atto levito della P.A., e non il risaricmento del danno conseguente ad un atto illecito».

 

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