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Adesione all'Ato idrico, il Comune di Messina impugna la delibera del commissario

Il Comune di Messina ha affidato l'incarico all’avvocato Santi Delia di impugnare la delibera del commissario straordinario di nomina regionale con la quale, "nonostante il parere contrario del Consiglio comunale della città, si è imposta l’adesione all’Ati idrica e l’adozione dello statuto». Il Tar, in accoglimento dell’istanza, ha sospeso la procedura di affidamento in sede cautelare monocratica e fissato al 17 ottobre la trattazione collegiale.

Per quanto i poteri commissariali trovino una fonte normativa, «l'intera procedura volta, dapprima alla scelta del modello di gestione del servizio e poi alla forzosa adesione ad una società mista dallo statuto precostituito e impossibile da emendare - ha commentato l’avvocato Delia - esautora ogni autonoma determinazione dei soggetti istituzionalmente deputati a valutazioni di tipica discrezionalità tecnico amministrativa privando gli enti locali, anche nei confronti dei cittadini che rappresentano, dello stesso ruolo per i quali sono istituti». I Comuni prima dell’intervento commissariale, in seno all’Ati, avevano preferito l’affidamento a una società totalmente pubblica.

«A differenza di quanto sembra percepirsi all’esterno e nel dibattito pubblico, peraltro, nonostante una maggioranza pubblica delle quote in capo alla società mista, il modello statutario imposto vede la gestione operativa fare capo, interamente, a un comitato di gestione di nomina derivante dalla quota del socio privato. E ciò dunque, con ogni conseguenza per la gestione di un bene quale è l’acqua, che, ai sensi dello statuto siciliano, è 'bene comune pubblico non assoggettabile a finalità lucrative quale patrimonio da tutelarè» dice il legale.

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