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Il Tar di Catania frena la corsa di Messinacque: ecco cosa succede adesso

Il Tar di Catania ha accolto ieri l’istanza di misure cautelari monocratiche presentata dal Comune di Letojanni, tra i primi a bocciare a giugno l’adesione al nuovo “carrozzone”

Una decisione che apre una breccia ed erode le solide certezze della Regione siciliana, finora imperterrita dinanzi alle proteste dei Comuni. Arriva una pronuncia che potrebbe fare scuola nella “guerra dell’acqua” tra i sindaci e l’Ambito territoriale idrico di Messina sull’adesione “forzata” alla “Messinacque Spa”, società a capitale misto pubblico (51%) e privato (49%), per la gestione del servizio idrico integrato in tutti i comuni della provincia, ad eccezione di 16 centri ai quali è stata riconosciuta la gestione autonoma.
Il Tar di Catania ha accolto ieri l’istanza di misure cautelari monocratiche presentata dal Comune di Letojanni, tra i primi a bocciare a giugno l’adesione al nuovo “carrozzone” e ad essere successivamente commissariato con la nomina della funzionaria regionale Teresa Restivo. L’Amministrazione guidata dal sindaco Alessandro Costa, difesa dall’avv. Salvatore Gentile, ha presentato ricorso contro il commissario ad acta, l’Assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità, la Regione siciliana, l’Assemblea territoriale idrica di Messina e il commissario ad acta di quest’ultima, Rosaria Barresi, tutti non costituiti in giudizio, chiedendo l’annullamento di tutti gli atti previa sospensione degli stessi, a partire dal decreto del presidente della Regione con il quale è stato nominato il commissario Barresi, fino all’avviso pubblico del 30 giugno che ha avviato la procedura ad evidenza pubblica per la selezione del socio privato operativo della costituenda società, alla quale sarà affidata la concessione del servizio idrico integrato per l'Ambito territoriale di Messina.

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