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La Vara di Messina "patrimonio dell’Unesco"? L'assessore Caruso ne è certo

«Ci stiamo battendo per il riconoscimento ufficiale della Vara di Messina nell’elenco del patrimonio immateriale dell’Unesco ma vi spiego perché finora la nostra festa non è stata inserita e, invece, in quella lista è presente la Varia di Palmi». L’assessore Enzo Caruso è al lavoro su più fronti: dal brand Antonello da Messina alla Rete delle “città di Lepanto”, fino all’avvio delle procedure per fare della “machina” festiva dell’Assunta un simbolo non solo messinese, ma universale.
«Sono anni che i messinesi si chiedono come mai la Varia di Palmi rientri nell’elenco del patrimonio immateriale dell’Unesco e quella di Messina, città che ne ha concesso e trasmesso alla cittadina calabrese il culto e la tradizione, invece no. Sono stato in questi giorni a Roma – spiega l’assessore –, all’Istituto centrale del Patrimonio immateriale del ministero della Cultura ed è stata l’occasione per svelare il mistero e chiarire come sono andati i fatti». E allora vediamoli.
«Nel giugno del 1575 scoppiò a Messina un'epidemia di peste che durò circa trent'anni procurando la morte di oltre 40.000 persone. Il morbo fu portato da Levante dopo la battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) ed in breve tempo si propagò anche a Reggio Calabria e nelle altre coste della Calabria, tra cui Palmi (anche se in modo minore). I cittadini di Palmi accolsero quanti fuggirono dalla città peloritana ed inoltre, tramite i suoi marinai, mandarono aiuti tramite generi di vitto e olio. Superata la calamità, la città di Messina con delibera del Senato cittadino volle donare alle autorità ecclesiali di Palmi, in segno di ringraziamento per gli aiuti prestati, uno dei capelli (secondo la tradizione) della Madonna, che sarebbero stati portati nella città siciliana nel 42 d.C. unitamente ad una lettera di benedizione e di protezione da parte della madre di Cristo. Da quel momento – ricorda Caruso –, anche nel popolo palmese cominciò la venerazione verso la Madonna appellata col titolo "della Sacra Lettera" e, sul modello di Messina, si realizzò un enorme carro votivo rappresentante l'Assunzione di Maria. Tale carro fu introdotto da un certo “Mastro Jacopo”».

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