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Messina, quegli edifici andavano e vanno demoliti. E "Lillo il Marinaio" rivivrà

Forse è Messina che è così. Forse lo sono tutte le città. Chissà... Il tema del giorno è Lillo. Sì, proprio lui, quel marinaio dalla faccia malinconica, con la pipa da vecchio nostromo che ne ha viste tante nelle sue traversate oceaniche, figlio della creatività di un bravo “street artist” Fabrizio Sarti, classe 1977, conosciuto con il nome “Sea”.
In quest’ultima settimana si sta assistendo quasi al “funerale” di un caro amico, con tanti a commentare sui social, indicando Lillo, il Marinaio come simbolo dell’ennesimo sfregio perpetrato contro l’immagine e la storia di Messina...
Mettiamo un po’ di ordine e cerchiamo di spiegare di cosa si sta parlando, premettendo che – come confermato dall’assessora Liana Cannata – l’Amministrazione comunale ha espresso l’intenzione di riaffidare un incarico all’autore perché possa far rivivere la sua opera, in qualche altro luogo ancora da individuare.
Parliamo di ex Magazzini Generali, ex Mercato Ittico, ex Silos Granai, e ci mettiamo anche l’ex Casa del Portuale. Parliamo, cioè, di quei quattro piedi di un tavolo fatiscente e traballante che è attualmente oggetto dell’avvio di interventi di demolizione connessi alla realizzazione del futuro I-Hub dello Stretto, la cui ambizione è quella di diventare il più importante Polo dell’innovazione tecnologica nel Mezzogiorno. Si tratta di un compendio immobiliare di cui, nei decenni scorsi, il Comune di Messina cercò disperatamente di disfarsi con piani di dismissione mai andati a buon fine. Nel frattempo, gli edifici sprofondavano sempre più nel degrado. Quando si insediò la Giunta di Cateno De Luca, grazie all’intuizione dell’ex vicesindaca Carlotta Previti e alla piena sinergia tra Comune e Università, nacque l’ipotesi di ristrutturare e valorizzare questi immobili che si affacciano sulla cortina del porto, facendone la sede del nuovo Polo destinato ad ospitare società multinazionali e start-up giovanili. Ristrutturazione che, però, venne dichiarata “non fattibile”, sulla scorta di una dettagliata relazione dei vigili del fuoco, nella quale si evidenziavano le tante criticità strutturali dei quattro palazzi, assolutamente inidonei sul piano anti-sismico.

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