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Messina e la pista ciclabile, Confcommercio chiede un tavolo tecnico al Comune

Continua il dibattito su piste ciclabili e cordolo in città. A intervenire questa volta è il presidente di Confcommercio, Carmelo Picciotto. "Abbiamo assistito a posizionamento di cordoli, transenne, archetti parapedonali lungo le arterie principali della città, che viene squadrata, divisa e segmentato in nome di una “visione” moderna ed evoluta della viabilità e della mobilità e non possiamo non levare il nostro grido di dolore. Tutti i messinesi vogliono una città moderna, con un servizio di TPL efficiente e la possibilità di spostarsi in bicicletta, ma ciò che non accettiamo è la brutale imposizione di divieti che limitano l’accessibilità e mettono in difficoltà famiglie, anziani, lavoratori ed esercenti. Il commercio, già stramazzato al suolo dopo il Covid e una ripresa che tarda ad arrivare, viene mortificato da queste imposizioni: tra strade deserte e strade caotiche, tutti i nostri sforzi, vengono vanificati. Per nostri, intendo, di tutte le categorie che ancora, proiettate su pubblica via, mantengono saracinesche alzate e luci nella città. I commercianti non sono contrari a isole pedonali e zone a traffico limitato. Sia chiaro, sia ben chiaro. Gli esercenti però dicono a questa Amministrazione che sulle nostre spalle non si può indottrinare il cittadino 2.0., 3.0., 4.0. con transenne e cordoli fisici ed intellettuali che non tengono conto delle difficoltà pratiche che non si risolvono con il dogma del “dovete lasciare la macchina a casa”."

"Vi sono certamente ciclisti e cicloamatori - continua Picciotto - Vi sono ciclisti forti. Qui si sono forgiati campioni quando ancora di piste ciclabili in centro città non se ne parlava neppure! Altro è, tuttavia, chi si muove a piedi, in bici, con i mezzi pubblici per fare compere, così come per accompagnare i bimbi a scuola o per assistere persone anziane o malate. In una città che inesorabilmente si è spopolata ed è invecchiata, ogni rivoluzione, anche green, necessitava e necessita di gradualità. Per gradualità non si intendono peró le sperimentazioni “farlocche” adottate per dissimulare diktat o per accontentare le “sedute spiritiche”. Così, a colpi di cordoli e transenne, chiusure e limitazioni, senza alcun ascolto e comprensione e senza alcune gradualità, si dà forza solo ai centri commerciali (ma contrari ai centri commerciali naturali o ai Distretti Urbani del Commercio) o ai vari Amazon e corrieri vari... E si va contro la prossimità delle botteghe, dei negozi, dei locali ... che sostengono l’economia locale e rappresentano il tessuto sociale della città. E non basta invocare la delibera di approvazione del PGTU per dire che ogni polemica è sterile, perché qui non si contesta l’idea di una città green ma il modo in cui ai vuole arrivare a questo modello. Né ci conforta sapere che aumentando le piste ciclabili il Comune ricevere i soldi dal Ministero se per raggiungere questo premio ai devono sacrificare tutti gli esercenti che dovranno chiudere a causa di queste scelte drastiche".

"Non siamo contro le novità - chiude Picciotto - ma avremmo preferito maggior condivisione. Il Comune convochi al più presto dei tavoli tecnici con i commercianti e faccia un adeguato monitoraggio, pronto secondo i risultati anche a revocare decisioni inutili. Siamo certi che attraverso un confronto costruttivo sia arriverà ad un soluzione che comprenda le esigenze di tutti e sia adatta a rivedere una pianificazione del traffico green, europea e attenta alle esigenze del commercio e dei cittadini. Una città che elimini le incrostazioni dei preconcetti e si concentri su una visione più aperta al confronto".

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