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Liceale milazzese con grave patologia bocciata dai prof ma “promossa” dal Tar

Frequentava la seconda classe di uno Scientifico di Lodi

Bocciata dai suoi docenti al termine del precedente anno scolastico. “Promossa” dai giudici amministrativi alle porte del nuovo anno scolastico. Da lunedì prossimo, siederà tra i banchi di una terza classe una diciassettenne originaria di Milazzo ma residente in Lombardia. È stata protagonista di una querelle su cui, nei giorni, scorsi, si è pronunciato il Tribunale amministrativo regionale per la Lombardia. In particolare, la Sezione quinta (presidente, estensore Daniele Bongiovanni, consigliera Silvana Bini, referendaria Martina Arrivi), ha accolto il ricorso presentato dalla ragazza assistita dagli avvocati Vincenzo La Cava e Massimiliano Pantano, entrambi del Foro di Messina.

Il Tar ha accolto la domanda cautelare e sospeso «l’esecuzione della deliberazione di non ammissione alla classe successiva impugnata, con conseguente ammissione dell’alunna con riserva al terzo anno del Liceo linguistico». Annullata, quindi, la decisione del consiglio di classe del Liceo scientifico statale “Maffeo Vegio” di Lodi, che lo scorso 12 giugno aveva decretato la bocciatura della studentessa milazzese. Nel provvedimento, i giudici rilevano che il ricorso appare assistito da sufficiente “fumus bonus iuris”, «in quanto non sembra che l’istituto scolastico abbia tenuto nella dovuta considerazione la particolare situazione dell’alunna, alla quale, nel mese di febbraio 2023, quindi nel mezzo dell’anno scolastico, è stata diagnosticata una grave malattia»; che, ciò nonostante, «rispetto al primo quadrimestre, ha comunque recuperato due insufficienze, in Latino e Scienze naturali»; che, peraltro, «tre delle quattro insufficienze finali (in disparte la materia Storia) non possono essere definite gravi, come dimostra il fatto che la media dei voti conseguiti in Matematica e Italiano è superiore al “5”».

Inoltre, rimarca il Tar, «pur comprendendo le difficoltà organizzative e pur considerando l’impegno profuso dall’istituto scolastico una volta acquisita a febbraio la notizia della malattia diagnosticata all’alunna, non può non rilevare il fatto che il Piano didattico personalizzato sia stato predisposto solo nel mese di maggio», con l’anno scolastico ormai prossimo al termine.

Nel loro ricorso con contestuale istanza cautelare contro il ministero dell’Istruzione, l’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia, quello provinciale di Milano e il Liceo scientifico statale Maffeo Vegio di Lodi, gli avvocati La Cava e Pantano avevano chiesto non solo l’annullamento della decisione del consiglio di classe, ma anche il risarcimento «degli ingiusti danni patiti e patendi, materiali e immateriali», tra le altre cose dovuti alla necessità della famiglia di cambiare scuola alla figlia, iscrivendola in una idonea e organizzata a far fronte alle sue problematiche.

La triste storia della studentessa milazzese inizia pertanto a febbraio scorso, quando uno dei genitori informa la scuola e deposita documentazione sullo stato di salute della ragazza, affetta da sclerosi multipla illimitata. Malgrado ciò, «dirigente scolastico, vicepreside, coordinatrice e alcuni docenti hanno tenuto nell’anno in corso – scrivono i legali – una condotta del tutto insensibile alla delicata situazione nella quale versa l’alunna disabile». «Per ora non è necessario che adottiamo con lei particolari accorgimenti», si attesta in una mail della scuola, datata 1 marzo.

E da ciò deriva altresì la «mancata concessione di strumenti compensativi e misure dispensative», quali «uso di mappe concettuali e di schemi, interrogazioni programmate, maggior tempo per le verifiche, dispensa dalla lettura a voce alta o della scrittura veloce sotto dettatura», si legge nel ricorso. Al termine degli scrutini, quindi, il consiglio di classe della seconda boccia l’alunna a causa degli insufficienti risultati conseguiti in Francese, Matematica, Italiano e Storia». Adesso quella deliberazione è stata “cancellata” dal Tar.

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