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Gigliopoli perduta, il dolore dei ragazzi a Milazzo: "Aiutateci a non chiudere"

Univoche per amarezza le testimonianze degli utenti dei progetti interrotti dell’associazione Il Giglio

«Adesso dove porteremo i nostri bambini?» Questa la domanda che si pongono i genitori dei bambini di Gigliopoli. Attoniti e preoccupati, hanno deciso di dare voce al loro disappunto dopo la chiusura di quello che la maggior parte delle persone considera “un posto unico al mondo”.
Già, perché da lunedì sono state interrotte le attività dell’associazione “Il Giglio” e tanti sono i ragazzi e i bambini che si ritrovano ad interrompere quella che per loro era la frequentazione di un luogo di tranquillità e socialità fondamentale, da anni. Gigliopoli, come è noto, riuniva bambini di diversa estrazione sociale, con problemi e senza, ma sapeva renderli uniti, unici e in grado di avere un approccio diverso alla società.

La prima persona che ha parlato con noi è Yuri, un ragazzo che da tanti anni frequenta Gigliopoli, realtà che gli ha consentito di avere amici, sviluppare le proprie conoscenze, diventando per lui una seconda famiglia: «Se Gigliopoli chiudesse per sempre, io non saprei cosa fare, resterei chiuso in casa tutto il giorno solo, senza più amici». Alle parole di Yuri si aggiungono quelle dei suoi genitori, Maria Tindara e Fabio, per i quali Gigliopoli rappresenta un’eccellenza del territorio: «Nostro figlio, frequentando quel luogo ha raggiunto livelli di autonomia e maturità notevoli, è cresciuto potenziando le sue abilità mentali e psicosociali oltre che manuali».

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