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La Vara a Messina, ecco il giorno in cui si celebra la voglia di rinascita

La passeggiata dei Giganti, la messa ai piedi del carro dell’Assunta, l’arrivo in piazza dei Ceri, riti e simboli di una tradizione. Il messaggio forte dell’arcivescovo «contro la cultura delle sopraffazioni» e il riferimento alla violenza sulla natura con i roghi di questa estate. La dedica al compianto mons. D’Arrigo

Con lo sguardo rivolto a Maria e la voglia di ricostruirsi Messina si rimette in cammino: è il 15 agosto, il giorno della festa di un popolo che, stretto attorno alla “Veloce Ascoltatrice” e da sempre legato a lei da sentimenti di filiale devozione, rinnova la propria identità. Con la tradizionale messa sotto il Cippo a piazza Castronovo si sono aperte ieri sera le celebrazioni della solennità dell’Assunta che culminerà oggi alle 18,30 con la processione della Vara. È stato l’arcivescovo Giovanni Accolla a presiedere la messa solenne, alla presenza del sindaco Federico Basile con la sua Giunta, le autorità civili e militari con i comandanti della Polizia municipale e metropolitana Stefano Blasco e Giovanni Giardina, i componenti del Gruppo storico Vara e Giganti presieduto da Franco Forami e una rappresentanza delle Confraternite. Un momento importante della tradizione civile e religiosa di Messina, di particolare gioia la festa dell’Assunta con la processione della Vara, come ha ricordato l’arcivescovo nell’omelia citando la preghiera del “Tota Pulchra” ed esortando i fedeli a contemplare il volto di Maria, specchio della bellezza del Creato: «Il nostro ambiente soffre le violenze del capitalismo, della cultura del dominio e delle sopraffazioni», ha detto mons. Accolla facendo riferimento agli incendi che hanno devastato la città, richiamando l’urgenza di «una capillare azione di prevenzione e tutela».
Una Vara particolare quella che Messina si appresta a vivere, «per chi corre dietro e per chi resta fermo, tutti con lo stesso diritto a esserci»: lo ha ribadito mons. Letterio Gulletta in apertura, chiedendo all’arcivescovo e al sindaco di indicare la via per una ricostruzione nel segno della pluralità e del bene comune, spegnendo «i tanti fuochi accesi legati non solo alla barbarie dell’uomo, ma anche ai disagi, alle difficoltà della gente privata del pane, del lavoro, della dignità». E la memoria grata corre subito a mons. Vincenzo D’Arrigo, compianto storico cappellano della Vara, cui è stata dedicata questa edizione 2023: lo ha ricordato nella preghiera padre Antonello Angemi suo successore, tra i concelebranti della messa animata dalla corale della famiglia del maestro Eugenio Arena diretta dal figlio Eugenio e accompagnata dal maestro Domenico Paone. Grande la partecipazione dei fedeli, che prima dell’inizio della celebrazione hanno accolto i due ceri votivi (quello storico e quello dedicato alla “Madonna della Lettera”) realizzati dall’artista Franco Forami, retti dal “Gruppo dei portatori Ceri messinesi” coordinati da Salvatore Comunale e Pietro Corona e il simulacro della Beata Vergine Maria Dormiente (la “Dormitio Virginis”), custodita nel monastero di Montevergine e quest’anno impreziosita dal diadema realizzato dall’orafo Francesco Cosio. L’opera in oro, come ha spiegato l’artista, nella sua semplicità sintetizza l'amore delle clarisse di Montevergine alla madre di Dio. Significativo il simbolismo delle parti: i riccioli d’acanto, esaltato nell'arte e nella letteratura antica quale segno cristiano di verginità e resurrezione, si intersecano con i gigli simbolo di purezza e castità e maestà; le perle incastonate sono espressione della purezza, che rimanda Maria, Vergine Immacolata.
Nell’ambito del cartellone di eventi “Una storia di fede lunga 500 anni”, la serata è proseguita con la passeggiata dei Giganti e del Cammello da piazza Unione Europea a viale Giostra accompagnati dai gruppi Folklorici Mata e Grifone, La Madonnina, I Cariddi, Insieme Sicilian e Cantustrittu; sulla scalinata di Palazzo Zanca, il recital “Cunti mediterranei” ideato e interpretato dal cantastorie Gaspare Balsamo, a cura del Centro culturale Mobilità delle Arti. Nel pomeriggio, nell’atrio di Palazzo Zanca si è svolta la cerimonia di premiazione dei contest, patrocinati dal Comune, “Balconi addobbati in onore di Maria Assunta” a cura del Gruppo storico Vara e Giganti e “La Vara di Messina”, ideato dall’associazione culturale “Messina Sacra”, presieduta dal prof. Giacomo Sorrenti. Prima classificata al concorso “Balconi addobbati in onore di Maria Assunta” Carmela Famulari, seguita dalla famiglia Velardo e da Elvira Soraci. Grande partecipazione al contest fotografico “La Vara di Messina”, con scatti particolarmente suggestivi della storica processione del Ferragosto messinese, che racchiude insieme tradizione, fede e forte senso di appartenenza. Sono proprio questi gli elementi che gli autori degli scatti hanno cercato di cogliere e immortalare. La foto vincitrice è quella realizzata da Giovanni Capizzuto, un’istantanea della fatica dei tiratori che alimentata dalla devozione si trasforma in gioia, strappo dopo strappo. Agli scatti di Pancrazio Famà, Mario Sibilla e Marco Quartuccio sono state assegnate le menzioni speciali.
Come ha spiegato Sorrenti, il contest ha l’obiettivo di valorizzare la tradizione della Vara di Messina, evento di primaria importanza nel panorama delle manifestazioni religiose europee, contribuendo così a promuovere la plurisecolare processione del 15 agosto. In linea con gli scopi specifici dell’associazione, operante nel territorio di Messina con lo scopo di tutelare e promuovere il patrimonio artistico e culturale della città dello Stretto, e in modo particolare di quello religioso, «l’evento intende promuovere la processione religiosa dell’Assunta, mettendone in rilievo tutta la sua valenza culturale, etnoantropologica e spirituale».

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