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Università di Messina, le bocce restano ferme

Quasi certamente slitterà il voto rispetto alla mossa del decano Bonina. La partita della proroga dell’attuale rettore non è chiusa. E i candidati...

La calda estate dell’Ateneo messinese prosegue tra veleni e incognite, alcune non esattamente di poco conto. Ad esempio: quando si voterà per il prossimo rettorato? E soprattutto: si voterà? Incognite, veleni, ma anche prudenti attendismi di chi, di fronte ad uno scenario così incerto, rimane alla finestra, in attesa di prospettive più delineate. Soprattutto se si pensa che i veleni scorrono soprattutto tra le “correnti” più vicine da una parte all’attuale rettore (e presidente dei rettori italiani) Salvatore Cuzzocrea e dall’altra al suo predecessore – di cui lo stesso fu prorettore – Pietro Navarra. Una contrapposizione che ha influito, eccome, anche nel caso esploso in queste settimane attorno alle future elezioni.
In mezzo alle incognite, però, si intravedono risposte. Perché se è vero che il Tar entrerà solo il 12 settembre nel merito del ricorso presentato dal decano dell’Università di Messina, prof. Letterio Bonina, contro il diniego alla pubblicazione del decreto di indizione delle elezioni, è vero anche che, nel provvedimento del Tar stesso, ci sono passaggi che meritano una lente d’ingrandimento.

Cosa dice il Tar

Brevissimo passo indietro. Giovedì scorso, 10 agosto, il prof. Bonina ha rotto gli indugi e ha presentato ricorso al Tar, come del resto aveva preannunciato nella sue ultime lettere inviate al direttore generale dell’Ateneo, Francesco Bonanno. Di fatto erano delle diffide: in caso di mancata pubblicazione del decreto di indizione delle elezioni per il prossimo rettore – con l’impegno anche a rivedere le date, spostando in un secondo momento la prima votazione dal 29 settembre al 19 ottobre –, il decano si sarebbe rivolto alla giustizia amministrativa.
E così ha fatto. L’esito è stato immediato: il giorno dopo il presidente della quinta sezione, Michele Buonauro, ha rigettato la richiesta di sospensiva del provvedimento del dg Bonanno, fissando al 12 settembre, appunto, la camera di consiglio per la trattazione collegiale del ricorso. Ma non si è limitato a questo. «L’articolo 9 dello Statuto dell’Università degli Studi di Messina – si legge nel dispositivo del Tar – prevede la convocazione del corpo elettorale per la elezione del rettore almeno trenta giorni prima della data fissata per le votazioni, le quali si devono svolgere almeno novanta giorni prima della scadenza del rettore in carica». Questo significa che «rispetto alla scadenza del presente mandato rettorale (17 aprile 2024), il termine minimo di centoventi giorni cade nella metà del mese di dicembre 2023».
Un passaggio chiave, questo, perché di fatto anestetizza l’urgenza tanto del ricorso – come viene spiegato nelle righe successive dal giudice del Tar –, tanto del provvedimento stesso del decano. Nel dispositivo, infatti, il Tar mette da parte «i numerosi rilievi in ordine alla legittimità del decreto di indizione della elezione del rettore», ma al tempo stesso conclude che «la natura strumentale dell’interesse fatto valere e la sussistenza di un congruo spazio temporale per la fissazione di valide votazioni depotenziano la gravità del pregiudizio lamentato». Da qui la bocciatura della richiesta di sospensiva.

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