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Il porto di Tremestieri ad un passo dal commissariamento

Il Comune non sarà più la stazione appaltante dell’opera che da maggio del 2022 è paralizzata

Il futuro è segnato. Il nuovo porto di Tremestieri sarà commissariato dal presidente del consiglio. Una decisione per la quale manca solo il crisma dell’ufficialità, perché il contesto, la volontà e l’istruttoria sono convergenti. Questo vorrà dire che il Comune non sarà più la stazione appaltante dell’opera che da maggio del 2022 è paralizzata (ma da gennaio dello scorso anno lo è di fatto) dalle difficoltà dell’azienda veneta per la quale è in corso un’operazione di salvataggio da parte del Tribunale di Venezia, attraverso la cessione del ramo d’azienda.
Del commissariamento della grande opera, i cui lavori sono cominciati nel marzo del 2018 e che sono giunti solo al 22% della realizzazione, se ne parlerà oggi in un vertice sulla grandi opere in Sicilia convocato dal ministro Matteo Salvini con i vertici locali della Lega. Oggi, dunque, potrebbe arrivare il via libera politico alla decisione che anche da Palazzo Zanca rimbalza come oramai prossima.
Ci sono una serie di fatti che conducono verso questa soluzione. La prima è legata al fatto che la società veneta, che si trova in concordato, ha accumulato ritardi nonostante i continui aggiornamenti dei cronoprogrammi e l’introduzione di varianti. Ma è anche vero che l’avvio della procedura della cessione del ramo d’azienda, con il cambio della stazione appaltante potrebbe far superare questa impasse. Poi c’è il tema economico, che appare, per la verità preminente.
Il Mit ha avviato la revoca del finanziamento europeo di circa 16 milioni (su 66 complessivi per i lavori e i 74 dell’appalto) perché dovevano essere spesi entro la fine del 2023 e non potrà più accadere. Poi ci sono 43 milioni di rivalutazione dei prezzi, con l’impennata di quest’ultimo biennio.

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