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Eolie, la bellezza non basta più. Luglio di disagi e il turismo perde

A Lipari stimato un calo tra il 10 e il 20%. Del Bono: «Dalla questione dei traghetti al caso aeroporto, da qui molte disdette»

Agosto da sempre viene ritenuto il mese decisivo per l’economia eoliana. Perché si è consapevoli che in queste settimane gli operatori turistici locali possono raccogliere, lavorando anche 20 ore al giorno su 24, le “provviste” per vivere un inverno tranquillo. Almeno è stato sempre così. E quest’anno si spera possa esserlo ancor di più. Anche perché il trascorso luglio non è andato secondo le previsioni e far quadrare i conti nelle isole dell’arcipelago è tutt’altro che facile. «Nelle Isole Eolie il turismo è in crisi». E questa frase non viene fuori da analisi di istituti di ricerca, che pure hanno confermato con i (ancora pochi) dati a disposizione la flessione delle presenze, ma dalla bocca di don Bartolo, il pescatore che in estate, da quasi 40 anni si diverte, ma diciamo anche “arrotonda” portando i turisti alla scoperta delle calette più belle di Vulcano.
Lo incontriamo sempre allo stesso posto, le rughe segnate dal caldo sole eoliano, la solita resistenza a parlare, figurarsi a farsi fare una foto. Ma poi, scendiamo a compromessi, e qualche parola riusciamo a strapparla. «Volete sapere come sta andando la stagione – ci risponde col suo italiano misto a liparoto: «Non bene. Non dico male perché ad agosto si festeggia San Bartolo e nei prossimi venti giorni i turisti arrivano. Ma non è più il turismo di una volta. Sino a dieci anni fa bisognava prenotare l’escursione e pagare quello che chiedevo per farli salire in barca. Oggi il prezzo lo fanno le persone: siamo costretti a trattare. Ma sino a quando mi diverto lo faccio. Anche perché vivere con una pensione di 600 euro al mese non è facile. Neppure qui». Bartolo non fa impresa, ma coloro che hanno deciso di investire sulle isole oggi sono davvero in difficoltà.
E che la situazione non sia rosea lo conferma anche il presidente di Federalberghi, Cristian Del Bono. «Ovviamente le analisi vanno fatte su dati ufficiali, ma relativamente a Lipari registro un calo generale compreso tra il 10 ed il 20 per cento riferito non tanto alle strutture alberghiere, quanto al movimento in generale che riguarda anche gli altri settori del turismo (ristorazione, servizi).

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