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E Fiumedinisi diventò la nuova Pontida. Cateno De Luca alza l’asticella, rotta su Bruxelles

Bastone di ferla, sandali e maglietta di partito, per portare la parola di… Cateno e cercare di persuadere il popolo. Lì nella sua Fiumedinisi, dove tutto è nato, si immerge nelle acque per ripartire con una seconda vita politica, affrontare nuove sfide e raggiungere orizzonti più lontani.
«Guarda, sta scendendo e sembra che la folla si apra al suo passaggio», sussurra una signora in piazza San Pietro, prima di inerpicarsi per le viuzze e arrivare alla Scuola degli antichi mestieri (un tempo la scuola media frequentata dal protagonista di giornata) e partecipare al primo appuntamento, la masterclass “Essere ed Apparire, l’uso della comunicazione politica sui social”.
Cateno De Luca trasforma il paese nel suo quartier generale per la prima edizione della Festa delle Autonomie e dell'Equità territoriale e lancia Sud Chiama Nord verso le Europee del 2024, un’occasione utile anche per serrare le fila.

Un centinaio di tesserati e simpatizzanti, dalla Sicilia ma non solo, lo ascolta per tutta la giornata ragionare sulle sue abilità politiche, sul Ponte sullo Stretto, sull’autonomia differenziata e sull’ambizione di essere “imperatore” del Regno delle Due Sicilie, tra un bagno nelle acque del Nisi e un’esibizione musicale.
«Io populista? Definirmi così è banale, piuttosto sono uno che destruttura il sistema non essendoci dentro e non volendoci entrare, ma questo non significa che non voglia stare nelle istituzioni - spiega alla platea - il soggetto più pericoloso è colui che riesce a entrare nelle istituzioni senza l’aiuto del sistema, un sorta di cavallo di Troia. E per molti io lo sono, perché sono una scheggia impazzita». Un’ascesa, quella del deputato regionale leader dell’opposizione e sindaco di Taormina, basata soprattutto sulla comunicazione: «I social network sono stati una sorta di liberazione - ammette - se non sei nel sistema non sei neanche in quello dell’informazione, mentre i social sono uno strumento di democrazia della comunicazione e consentono di andare oltre quella filtrata da certe logiche politico-mafiose. Ma se quello che comunichi non corrisponde alla realtà, diventa un boomerang e passi per cazzaro, ma avendo vinto in quattro comuni io non lo sono».
Dall’arte della politica alle infrastrutture, il secondo appuntamento è stato dedicato al tema “Ponte sullo Stretto di Messina o Ponte Salerno-Palermo?”, con il deputato Francesco Gallo, la senatrice Dafne Musolino e l’arch. Pino Falzea, presidente della Consulta degli architetti siciliani. E De Luca ha lanciato una nuova sfida al ministro Matteo Salvini: «Gli ho spedito un pacco di costruzioni Lego, perché mi dà l’impressione del bimbominchia che gioca a usarle per costruire il Ponte, senza avere una visione strategica - dice - se porterà in Parlamento l’asse complessivo fino a Palermo, il cronoprogramma e le risorse, allora avrà il mio plauso. Sennò continueremo a subire le prese in giro».
Per il leader di Sud Chiama Nord servono circa 30 miliardi di euro per le opere connesse al Ponte, l’alta velocità da Salerno a Villa San Giovanni e cambiare la monorotaia che esiste in Sicilia, altrimenti il collegamento sullo Stretto non avrebbe significato. E c’è tempo anche per commentare le parole di don Luigi Ciotti: «Dire che il Ponte unisce due cosche è una frase infelice, squallida e offensiva per tutti, da restituire al mittente - esclama - piuttosto unisce due povertà infrastrutturali: perché dobbiamo impiegare il doppio del tempo per arrivare a Roma per la stessa distanza che esiste tra Roma a Milano?».
Oggi la seconda e ultima giornata a Taormina, con il convegno “Europee 2024: punti programmatici ed alleanze” (ore 10, Villa comunale Parco Trevelyan) con Laura Castelli (portavoce nazionale Sud Chiama Nord), la sen. Dafne Musolino e il sondaggista Nicola Piepoli E si scopriranno le intenzioni di voto degli italiani nei confronti del partito “sandali e bastone” di Cateno De Luca.

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