Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Da venditore ambulante a campione di boxe, la storia di Mouhamed Ali Ndiaye

È parte del programma dell’estate orlandina la presentazione del libro “Mi chiamo Mouhamed Ali Ndiaye” di Rita Coruzzi e Mouhamed Ali Ndiaye, prevista per sabato 5 agosto alle 19 in Piazza Matteotti, a Capo d’Orlando. Una serata pensata per conoscere il primo senegalese campione di pugilato in Italia, da venditore ambulante in clandestinità a campione di boxe a livello nazionale.
Mouhamed Alì Ndiaye, nato in Senegal da un padre pugile che vive nel mito del grande Muhammad Ali e che sogna per il figlio un futuro importante, pugile lo diventa davvero. Dal Senegal alla Francia e dalla Francia in Italia per migliorare i suoi allenamenti e la sua preparazione nella boxe, Mouhamed si ritrova senza documenti e senza una casa dove stare, senza un lavoro stabile ma con un obiettivo ben preciso: restare sul ring e continuare con il pugilato. Capo d’Orlando è pronta ad accogliere un testo universale che sta girando tra diverse scuole e realtà nazionali e internazionali partendo dallo sport per parlare di integrazione, lotta al razzismo, difficoltà a inseguire i propri sogni e ad accettare sconfitte e ostacoli.
A presentarlo sabato 5 agosto a Capo d’Orlando il campione Mouhamed Ali Ndiaye con l’ assessore alla cultura del Comune Giacomo Miracola; Carlo Sapone, responsabile Biblioteca Comunale; Rachele Sgrò, contributor Freelance per riviste e magazine sportivi e Valentina Geraci, ricercatrice per realtà nazionali e internazionali sulle relazioni Italia – Senegal.
Pagine che trasmettono la passione, la determinazione ma anche una grande sofferenza: “ Come sul ring così nella vita. Le parole di mio padre, a cui dedico questo libro, risuonano nella mia testa e oggi tra queste pagine raccontano di volontà, sogni e inclusione. Nella copertina, in fondo, il cuore del libro “Nessuno può fermarti se decidi di lottare per realizzare un sogno” condivide Mouhamed Ali.
Il libro, parte della Campagnai #NonServeUnCampione di Amref Health Africa con il patrocinio del CONI, è oggi uno strumento potente e una lettura stimolante non solo per ricordarsi dell’importanza di sognare e di non mollare mai quanto per puntare i riflettori su quei tanti casi di razzismo e discriminazione che interessano il nostro Paese. “Raccontare la mia storia in Sicilia, terra d’accoglienza per eccellenza, è per me un grande onore. A tutti i cittadini migranti che sono venuti in Italia incontrando grandissimi ostacoli, che hanno portato alcuni di loro alla morte, o per mare o sulla terraferma, e che hanno speso la loro vita nel sogno di averne una migliore. Possa il loro sacrificio non essere vano”.

Caricamento commenti

Commenta la notizia