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Messina, dagli incendi alle carenze idriche: un’emergenza dopo l’altra

Le colline bruciate, con paesaggi lunari caratterizzati da distese di cenere, continui black-out elettrici e, di conseguenza, disagi per lo scarso arrivo dell’acqua nelle case. Messa così, sembrerebbe di descrivere lo scenario di uno di quei tipici film post-apocalittici che un tempo si guardavano col distacco dovuto alle opere di fantasia e che oggi, invece, come del resto ci ha insegnato anche la pandemia, assumono i contorni più definiti e quindi inquietanti della realtà.

Messina e provincia vivono tutto questo da un paio di giorni. L’emergenza incendi ha fatto spazio a quella elettrica e a quella idrica. Ieri la luce è tornata nelle zone della città che per gran parte della giornata di mercoledì sono rimaste al buio, ma non ovunque è tornata l’acqua. Ieri mattina l’Amam è stata costretta a diramare un comunicato, informando che «i continui cali di tensione elettrica verificatisi in nottata negli impianti di captazione di Torrerossa e Bufardo non hanno consentito il regolare riempimento dei serbatoi principali che servono la rete idrica della città».

Da qui la riduzione dell’erogazione, «soprattutto per gli abitati del centro città e quelli della zona nord, compresi i villaggi costieri e collinari».
Due autobotti hanno stazionato nei pressi delle zone più colpite dagli incendi e, adesso, dai disagi conseguenti: una tra Massa Santa Lucia e Massa San Giovanni e una a Curcuraci (dove la corrente è tornata solo ieri alle 13). Problemi anche al centro Neurolesi, a Casazza, mentre è andato completamente distrutto un depuratore collocato proprio tra le colline delle Masse, al punto che l’Amam ha dovuto segnalare il tutto all’Agenzia regionale. Problemi sono stati segnalati anche ad Acqualadroni e Spartà, le autobotti sono state costrette agli straordinari, tanto che agli autisti di Amam si sono alternati, per dare man forte, quelli di Atm e MessinaServizi.

Dal Comune arriva l’invito «ad un uso parsimonioso dell’acqua, evitando l’uso irriguo e annaffiatura di orti, giardini, prati, vasi e altre superfici a verde; il lavaggio di automezzi, corti e piazzali; il riempimento di piscine, fontane e vasche; e ogni altro uso improprio della risorsa, diverso da quello alimentare, domestico, per l'igiene personale, per uso medicale».

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