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Giorni roventi a Messina: “Ci cuppa” sempre il Ponte

La polemica si fa rovente. Come le giornate che stiamo vivendo. Come questa assurda estate di roghi e di colline incenerite. E indovinate, su quale tema scoppia l’ennesimo caso del giorno? Il Ponte sullo Stretto, ovviamente.
Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, a margine dell’evento “L’Italia dei Sì. 2023-2032”, dichiara che «la manovra del prossimo autunno sarà quella che stanzierà le cifre più importanti». Il riferimento è alla progettazione e costruzione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. «Il costo massimo è di 13 miliardi di euro – ribadisce il vicepremier – ma io conto su importi decisamente più bassi, staremo ampiamente al di sotto di quella soglia». In ogni caso, l’investimento per realizzare «un’opera di rilevanza europea», prosegue Salvini, «è meno della metà di quello che fino ad oggi sta costando il reddito di cittadinanza che non lascia traccia sul futuro. Le Regioni saranno chiamate a dare il loro contributo, non si sa ancora quanti soldi hanno e conto che lo sappiano al più presto. Quindi i primi miliardi veri saranno in legge di bilancio».

Il bando per il Ponte «sarà pronto tra un mese. Sono previsti 3666 metri di lunghezza complessiva, 399 metri di altezza dei pilastri, 60,4 metri di larghezza. È un'opera visionaria e avanguardista – insiste il ministro – che deve essere valorizzata anche commercialmente e turisticamente oltre che a livello infrastrutturale. Le navi ci passano sotto, lo garantisco. Sono previste 6 corsie stradali, 6000 veicoli l'ora, 2 binari ferroviari, 200 treni al giorno. E 100mila nuovi posti di lavoro. In due anni riassorbirà i costi di quello che oggi costa non avere il Ponte». E l’estate del 2024 resta come data crocevia: «Se tutto andrà bene, se troveremo i finanziamenti, se verrà reperito tutto il personale necessario, l’anno prossimo di questi tempi, magari questo evento lo faremo sulla sponda siciliana o sulla sponda calabrese, perché l’obiettivo è di aprire i cantieri della più grande opera pubblica al mondo nell’estate del 2024».

E poi Salvini ha ricordato che «oggi il mancato collegamento stabile sullo Stretto costa alla Sicilia 6 miliardi di euro all’anno, di maggior costi per le imprese, per i cittadini e di mancato Pil. Quindi se il Ponte arriverà a costare un massimo di 13 miliardi e mezzo, in due anni sostanzialmente viene riassorbito quello che ad oggi costa il non averlo».

Le parole di Salvini scatenano le reazioni del Pd siciliano, che accusa il ministro di pensare al Ponte proprio nei giorni in cui la Sicilia sta bruciando, con aeroporti inservibili, linee ferrate interrotte, città al blackout, montagne incendiate, abitazioni e interi centri collinari e costieri sgomberati e danni incalcolabili all’economia dell’Isola.

Ma la polemica più “infuocata” è quella che vede protagonista, da un lato, don Ciotti, il sacerdote che ha creato l’associazione Libera, e dall’altro, lo stesso Salvini. Don Ciotti, durante un convegno in Calabria, ha pronunciato una frase che, per la verità, era stata già detta in varie occasioni da altri personaggi ed esponenti politici, e cioè che «il Ponte non unirà due coste ma due cosche». Sarà quindi un “regalo” a mafia e ‘ndragheta.

Il vicepremier e leader della Lega ha definito la frase «una vergogna, una mancanza di rispetto nei confronti di milioni di persone perbene che meritano di lavorare e di studiare e di fare il pendolare, di andare a farsi curare come tutti gli altri. Mi fa schifo che qualcuno pensi che Sicilia e Calabria rappresentino le cosche». E ancora: «Fino a che c’è qualcuno all’estero che dipinge l’italiano “mafia, pizza e mandolino” fa schifo, ma è all’estero. Se però c’è qualche italiano che continua a dipingere l’Italia come “mafia, pizza e mandolino”, se espatria fa un favore a tutti». Salvini, dunque, invita don Ciotti ad andare via dall’Italia. Il Pd, nazionale e regionale, scende in campo a difendere il fondatore di Libera. La Lega, nazionale e regionale, accusa il Partito democratico di «razzismo» nei confronti delle popolazioni calabrese e siciliana. E come sempre, il Ponte viene tirato in ballo ad ogni piè sospinto. Ma, ci chiediamo, perché non lo si fa per la Tav o per la Gronda di Genova o per le ingentissime spese a corredo delle Olimpiadi invernali delle già ricche Milano e Cortina d’Ampezzo? Misteri dello... Stretto.

 

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