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Dal terrorismo alla tentata strage, i reati di chi appicca i roghi. Prendeteli e gettate la chiave

Terrorismo. Devastazione ambientale. Tentato omicidio. Tentata strage. Associazione a delinquere aggravata da metodi mafiosi. Sono questi i reati commessi da chi appicca i roghi. Inutile girarci sopra, indorare la pillola, minimizzare, cercare spiegazioni del chi e del perché lo fa, appellarsi al fatto che ogni tanto può essere che l’incendio sia nato “spontaneamente”, per effetto del cambiamento climatico.

Sono i peggiori atti criminali che ci siano, perché, in un sol colpo, attentano alle vite delle persone, degli animali, delle piante, distruggono l’ambiente, rendono l’aria irrespirabile trasformando le città in camere a gas, provocano interruzioni di energia elettrica e di distribuzione idrica, mettono in ginocchio l’economia di un intero territorio.

Prendeteli e dategli l’ergastolo. Senza alibi né buonismi. Ma ecco il problema, prenderli... e come si fa? Uno su mille viene colto in flagrante, uno su centomila viene, poi, condannato, a pene così lievi che quasi quasi è più grave rubare, per fame, merendine al supermercato. Bisognerebbe militarizzare l’intero territorio collinare, e ovviamente non è possibile farlo.

Ma ci chiediamo quali risultati portino quei continui vertici e tavoli operativi, che in teoria dovrebbero servire alla prevenzione, convocati in tarda primavera, in vista di quella che ormai non va chiamata più estate, ma la stagione degli incendi. Qualcosa in più ce l’aspettiamo, in termini di vigilanza e di repressione. Non è possibile che ogni anno vada peggio. Non è ammissibile che si contino i danni come se si fosse abbattuto un cataclisma naturale, mentre è tutto provocato dalla mano degli uomini.

Prendiamo, a esempio, quanto è accaduto ieri a Messina. Lo si sapeva da giorni che avrebbero colpito nella zona nord, perché fino a ieri i roghi avevano interessato più le colline della zona centro-sud della città. Si sapeva che le maggiori criticità, come spesso registrato negli ultimi decenni, sarebbero stati i versanti di Faro Superiore, Curcuraci e delle Masse.

E scientificamente gli incendiari hanno colpito proprio lì, dopo 24 ore di tregua, approfittando delle temperature sempre più calde e del vento. E a noi oggi, con gli occhi arrossati dal fumo e dalle lacrime, davanti a tanto scempio, non resta che chiedere giustizia senza sconti, senza se e senza ma, contro questi delinquenti. Prendeteli, ad ogni costo, e ...gettate la chiave.

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