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Barcellona, quei cavalcavia dell’A20 sequestrati e “sub iudice”

Tiene banco il caso del ponte Termini chiuso

Il futuro della circolazione stradale tra Barcellona e Terme Vigliatore, a rischio isolamento per i prossimi 2 anni, resta “sub iudice” e dipenderà dal dissequestro dei cavalcavia A20 attualmente interdetti al transito degli autobus di linea dell’Ast e degli automezzi pesanti. I due comuni confinanti, Barcellona e Terme Vigliatore, dopo la decisione del giudice Abate restano in attesa della valutazione del collegio di consulenti del pubblico ministero riguardo ai cavalcavia dell’A20, sequestrati il 5 febbraio 2021. Il sequestro e i ritardi nei lavori di messa in sicurezza accumulati dal Cas, il Consorzio autostrade siciliane, ha avuto gravi ripercussioni sulla circolazione stradale della zona tirrenica, in ultimo peggiorata ulteriormente a causa della chiusura dei ponti Termini e Mela. La situazione è diventata particolarmente critica e ha suscitato preoccupazione tra gli abitanti e gli stessi amministratori dei due centri maggiormente colpiti dal rischio isolamento.
Il processo in corso riguarda quattro persone, tra ex presidenti e dirigenti del Cas, per la mancata messa in sicurezza dei cavalcavia. La vicenda ha portato all’istanza depositata il 30 giugno 2023 nell’interesse del Cas, con la quale è stato chiesto il dissequestro dei viadotti 78, 19 e 23 per consentire la creazione di una viabilità alternativa sicura per auto e mezzi pesanti.
La giudice monocratica, Giuseppa Abate, alla quale è affidato il caso, ha ritenuto necessario – accogliendo l’istanza del difensore del Cas, avvocato Giuseppe Lo Presti – valutare attentamente la sicurezza dei lavori già eseguiti sui viadotti n. 18, 19 e 23 che ricadono tra i territori di Terme Vigliatore e Barcellona. A tal fine, ha deciso di affidare l’incarico agli stessi consulenti della pubblica ministera. Dora Esposito. Si tratta degli ingegneri Giuseppe Muscolino e Giuseppe Ricciardi, già sentiti nel corso dell’udienza del 18 gennaio scorso. Hanno presentato una relazione peritale dettagliata nel 2020, con integrazione nel gennaio 2023.

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