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Porto Tremestieri, la cessione del ramo d'azienda non convince la UILTrasporti Messina

La cessione del ramo d’azienda della Nuova Coedmar che riguarda l’unico appalto siciliano dell’azienda di Chioggia, quello del porto di Tremestieri, non convince la UIL Trasporti di Messina.

"Riteniamo insufficiente il nulla osta dato dal comune alla Coedmar per la cessione di ramo d'azienda, per poter esprimere positività sulla vicenda dell'appalto del porto di Tremestieri - sostiene Nino Di Mento segretario generale aggiunto Uiltrasporti. Anzi tutt'altro, rimaniamo come uil e Uiltrasporti molto critici è preoccupati nei confronti dell'Amministrazione comunale, poiché le nostre perplessità sul cantiere fantasma di Tremestieri, ormai fermo da due anni, si basano su due questioni di fondamentale importanza. La prima questione, qual'è la ditta che subentra in questo appalto con un quadro economico a rischio, per il quale dalle ultime stime mancano circa 43ml di euro. La seconda questione è quella che riguarda l'assunzione di responsabilità da parte della ditta subentrante dei lavori fin qui eseguiti dalla Coedmar che risultano essere al di sotto del 20%. Stiamo parlando di una infrastruttura che doveva essere terminata e consegnata nel 2022. Noi ci poniamo queste domande, li poniamo all'Assessore Mondello come abbiamo sempre fatto in tutti questi anni, conclude Nino Di Mento, senza avere mai certezze e ricevendo silenzi, ci auguriamo vivamente per la città, per il suo sviluppo, per la sua occupazione che quantomeno si riesca a dire la verità su questa incresciosa vicenda e si faccia di tutto per portarla a termine".

L'accordo trovato

L’accordo è stato trovato con il versamento al Comune di 2 milioni dell’importo residuo della polizza assicurativa di anticipazione di oltre 8 milioni e con il deposito di fideiussioni a garanzia della quota residua che poi passerà in capo alla nuova appaltatrice. Il contratto di completamento dei lavori da affidare alla ditta subentrante è uguale a quello del contratto originario maggiorato della revisione dei prezzi che, però, vale la bellezza di 43 milioni di euro. Somma che il Comune deve recuperare al più presto guardando al Ministero dei Trasporti.

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