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Caso Papardo a Messina, Catalfamo e Paratore rispondono e spiegano davanti al gip

Due lunghi interrogatori di garanzia ieri a Palazzo di giustizia. I due indagati replicano a tutte le domande: «Estranei ai fatti»

L’on. Catalfamo e l’avv. Calderone, la dott. Paratore e l’avv. Lo Presti

Oltre due ore a testa. Per due lunghi “faccia a faccia”. Sono andati avanti parecchio a Palazzo di giustizia gli interrogatori di garanzia davanti al gip Tiziana Leanza per l’inchiesta su appalti e assunzioni all’ospedale Papardo.
Accompagnati dai loro legali, si sono presentati a metà mattinata l’on. Antonio Catalfamo con l’avvocato Tommaso Calderone, e la dirigente medico dell’ospedale della zona nord Francesca Paratore con l’avvocato Giuseppe Lo Presti.
Entrambi gli indagati, che attualmente si trovano agli arresti domiciliari con le accuse di tentata concussione e corruzione per tre vicende specifiche contestate dall’accusa, hanno risposto a lungo alle domande del gip e del sostituto procuratore Marco Accolla, che insieme al capo dell’ufficio di Procura Rosa Raffa ha coordinato nei mesi scorsi l’indagine della Guardia di Finanza, tra Palermo e Messina, con una prima segnalazione arrivata dalla Procura di Milano.
Ieri mattina la linea difensiva adottata da entrambi è della totale estraneità ai fatti contestati, con parecchie puntualizzazioni sugli accadimenti che sono inseriti nell’ordinanza di custodia cautelare e sulle frasi estrapolate dalle intercettazioni telefoniche e ambientali.

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