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Gioco d’azzardo e usura a Barcellona, due condanne pesanti per Triolo e Imbesi

L’associazione del rione San Giovanni. La “rete” che si occupava dei giocatori che perdevano e s’indebitavano

Il tribunale di Barcellona

Si chiude con due condanne e un’assoluzione la tranche dei giudizi abbreviati per il giro di racket e gioco d’azzardo che fiancheggiava Cosa nostra del Longano, smantellato nei mesi scorsi a Barcellona. La sentenza è del gup Monia De Francesco. In questo troncone erano coinvolti Salvatore Antonino Triolo, già coinvolto per la sua presunta appartenenza al gruppo mafioso nel procedimento che aveva svelato l’attività del gruppo capeggiato da Ottavio Imbesi; Salvatore Imbesi, fratello minore di Ottavio Imbesi, il quale avrebbe avuto un ruolo importante nell’attività estorsiva; e Pietro Campo, di Castroreale.
Tutti e tre erano accusati di aver fatto parte di un’associazione che avrebbe agito con modalità mafiose. Un gruppo che avrebbe costituito una rete che si occupava principalmente di gioco d’azzardo online, al quale sarebbero seguite estorsioni e usura praticate dagli stessi imputati nei confronti delle vittime che da giocatori d’azzardo si sarebbero indebitati.
Il gup De Francesco ha inflitto 7 anni di reclusione e 2200 euro di multa a Triolo, poi 6 anni e 4 mesi, più 1400 euro di multa, a Imbesi (condannato per un solo capo d’imputazione e assolto per tutti gli altri, che erano cinque).
È stato invece assolto da tutte le accuse (gli stessi cinque capi d’imputazione contestati in origine a Imbesi) con formula piena, ovvero «per non aver commesso il fatto», Pietro Campo.
Il pm Massara aveva invece sollecitato a suo tempo condanne per tutti e tre: per Imbesi 8 anni e mezzo, per Triolo 8 anni e 8 mesi, per Campo 5 anni.
Gli imputati sono stati assistiti dagli avvocati Sebastiano Campanella, Salvatore Ravidà, Massimo Alosi e Antonino Presti.
Tutti gli imputati sono ritenuti dalla Distrettuale antimafia di Messina fiancheggiatori del gruppo mafioso del rione di San Giovanni, al cui vertice fino a pochi mesi prima vi sarebbe stato il defunto Ottavio Imbesi, deceduto nel marzo del 2022. La nuova rete legata al gioco d’azzardo online che faceva indebitare i clienti, era stata attivata già nel 2018 in occasione dell’ultimo arresto subito dal boss del quartiere. Rete che sarebbe servita per estorcere denaro attraverso una bisca clandestina creata allo scopo di garantire finanziamenti per assistere i componenti che finivano in carcere.

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