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Turismo a Messina, ci sono le basi per il “decollo”. Grossi investitori pronti a realizzare alberghi a 5 stelle

Messina è davvero a una svolta, i segnali sono assolutamente confortanti ma bisogna sciogliere ancora alcuni nodi essenziali. La “hotellerie” è ancora insufficiente, nonostante l’aumento di strutture ricettive come i B&B. Grossi investitori pronti a realizzare alberghi a 5 stelle. Martedì si presentano i dati al Comune

Battere il ferro finché è caldo. «Il proverbio vuole esortare la persona ad approfittare di alcune circostanze finché queste sono favorevoli, evitando così di lasciarsi scappare una buona opportunità e cadere poi nel rammarico», recita il dizionario. E vale più che mai per la Messina di oggi che sta cercando di conquistarsi un posto al sole, come città realmente turistica, con progressi che appaiono davvero incoraggianti ma ovviamente ancora con una serie variegata di nodi da sciogliere.
Martedì prossimo ci sarà la conferenza stampa, che era stata preannunziata nei giorni scorsi dal sindaco Federico Basile e dall’assessore al Turismo Enzo Caruso, nel corso della quale l’Amministrazione comunale illustrerà «l’azione strategica rivolta al programma di sviluppo turistico della città di Messina», attraverso la lettura di dati statistici che raffronteranno la situazione ante-pandemia (2019) e quella del 2022. Dell’anno in corso ancora non esistono statistiche ma i numeri sono assolutamente positivi e indicano che bisogna proseguire sulla strada tracciata. Alla conferenza stampa saranno presenti anche il direttore generale Salvo Puccio, il vicesindaco Salvatore Mondello e l’assessore alle Attività produttive e promozionali (compresi i grandi Eventi) Massimo Finocchiaro.

Prima della pandemia, a Messina erano state censite 96 strutture in totale (delle quali, appunto, 60 B6B), con carenze evidenti nella “hotellerie” (l’accoglienza alberghiera). Una carenza come, ad esempio, quella relativa agli Hotel a 5Stelle, di cui la città continua ancora oggi a non disporre, ma le indiscrezioni di Palazzo lasciano supporre che, proprio su questo fronte, ci sia la dichiarata disponibilità di alcuni grossi gruppi imprenditoriali internazionali a investire sul territorio peloritano.

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