Un piano generale, quello della mobilità sostenibile (il famoso Pums). E poi singoli piani di settore, che entrano nei dettagli della mobilità pedonale, della mobilità ciclabile, dello sviluppo del trasporto pubblico locale e della sicurezza stradale. Il tutto corredato da Valutazione ambientale strategica (Vas) e da Valutazione di incidenza ambientale (Vinca).
È questo il “pacchetto” adottato definitivamente venerdì scorso dalla giunta Basile, che verrà trasmesso in consiglio comunale e che poi dovrà ottenere l’ultimo via libera dalla Regione. Il Pums è molto più che un acronimo tra i tanti a cui ci siamo abituati in questi anni: è la strategia della mobilità per i prossimi dieci anni, l’orizzonte temporale “dichiarato” guarda al 2030 ma, spulciando gli elaborati del piano stesso (decine di documenti e tavole), è evidente come, sulla carta, rappresenti una rivoluzione viaria ma, prima di tutto, culturale.
Una rivoluzione che fa a botte, va detto, con i tentennamenti a cui si continua ad assistere attorno alla “mezza” isola pedonale di viale San Martino, specie se si pensa a quanto poca cosa sia rispetto a ciò che nel Pums viene ipotizzato. Certe scelte impongono visione, coraggio e tenacia. Anche condivisione, certo. Che però non è mancata, con tre forum aperti alla città, processi partecipativi con osservazioni e questionari.
Quello approvato in Giunta venerdì scorso è solo l’ultimo atto di un iter partito da lontano e sul quale ha creduto, più di tutti, l’assessore alla Mobilità urbana Salvatore Mondello, che lo stesso ruolo lo ha ricoperto quando sindaco era Cateno De Luca e oggi, nuovamente da vicesindaco al fianco di Federico Basile, spinge per completare l’opera. A maggio scorso, una volta conclusa la fase di consultazione pubblica, il Comune ha chiesto al raggruppamento d’imprese che si è aggiudicato l’appalto per la redazione del piano (la Tps Pro srl e la Airis Srl di Bologna) di inviare la versione definitiva di tutta la documentazione, giunta negli uffici di Palazzo Zanca a metà maggio. I pareri ambientali ci sono pure. Ed ecco che è arrivato l’ultimo via libera in Giunta.
Ora vale la pena “sfogliarla”, quella documentazione, e cercare di riassumere quali sono i punti principali del Pums (lo faremo in quattro puntate). Si parte da quelle che, già in fase preliminare, sono state definite le “sfide” del Piano: «Collegamento efficiente e competitivo: dal centro alle periferie; principi regolatori: sicurezza e velocità, entro cui si sviluppa tutto il piano; modalità: pedonale, ciclabile e trasporto pubblico».
In linea generale, «la mobilità sostenibile si articola in tre anime: pedonale, ciclabile e una terza legata al trasporto pubblico. Queste tre modalità di spostamento sono imprescindibili e fondamentali in ogni Pums; a Messina assumono carattere fondativo del Piano, che vuole perseguire da subito una divisione settoriale. Pedonalità, ciclabilità e trasporto pubblico devono essere accomunate dalla sicurezza, sia preventiva sia attiva, e allo stesso tempo dalla velocità sinonimo di competitività: un mezzo di trasporto sicuro e fluido è un mezzo di trasporto competitivo. Rendere competitive la rete del trasporto pubblico, la rete ciclabile e la rete pedonale significa renderle sicure e rapide da utilizzare». Da qui la suddivisione in quattro piani specialistici di settore: piano della pedonalità, piano della mobilità ciclistica “Bici-plan”, piano di sviluppo del trasporto pubblico locale e piano della sicurezza stradale. «L’ambizione – viene spiegato –è quella di predisporre un nuovo set di strumenti pianificatori che guidino la transizione verso la mobilità sostenibile per i prossimi 10 anni». E anche oltre.
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