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Barcellona, il "nuovo" cimitero di mafia e l'omicidio del giovane Antonino Sboto

Vigili del fuoco in azione sulle alture di contrada Lando sotto il coordinamento dei Carabinieri e della Dda di Messina

Le rivelazioni del nuovo collaboratore di giustizia, il barcellonese Salvatore Micale 49 anni, meglio conosciuto nell'ambiente malavitoso con lo pseudonimo di “Calcaterra”, hanno consentito da ieri ai magistrati della Procura distrettuale antimafia di Messina di disporre l'avvio di una nuova campagna di scavi sui terreni delle alture di contrada Lando di Barcellona.
Lungo la trazzera “Stretto Pietre Mole”, a poca distanza dai ruderi della Chiesa di Santa Maria di Lando, sono iniziati gli scavi per la ricerca di un nuovo probabile cimitero della mafia. Cimitero che sarebbe stato utilizzato per inumare le vittime di “lupara bianca”, spesso innocenti puniti dalla “famiglia mafiosa” fin dalla metà degli anni '80.
La zona in cui si stanno effettuando le ricerche è vicinissima, anche se sul lato opposto del torrente che scorre a valle, sempre in contrada Lando, al luogo dove nella notte fra il 3 ed il 4 maggio 1999 fu ucciso con modalità atroci Antonino Sboto, il giovane che aveva 20 anni, al quale dopo avergli sparato contro alcuni colpi di pistola e fracassato il cranio i killer amputarono le mani. Per il delitto fu arrestato lo stesso Salvatore Micale, scarcerato dopo un mese e successivamente assolto, e non potrà essere più condannato.

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