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Acqua inquinata a Messina: caso (forse) risolto. Ecco cos'è successo. Resta il divieto d’uso potabile in zona rossa

Ci sono forti sospetti che il gasolio possa essere entrato in rete da una vecchia cisterna di un condominio di viale Italia. Oggi, dopo gli scavi, la conferma, resta il divieto d’uso potabile in zona rossa

L’Amam dovrebbe aver fatto centro. È molto probabile che sia stata individuata a Messina la fonte di inquinamento delle tubazioni di un’ampia porzione del centro città. Oggi se ne avrà la certezza (ci si augura) e poi scatterà la delicata fase di pulizia e ripristino della normale erogazione.
La svolta dopo una mattinata in cui la ricerca della perdita di gasolio è stata fatta a tappeto e in maniera spasmodica dai tecnici dell’Amam con il supporto della Polizia Municipale, della Polizia Metropolitana con il comandante Giardina, e anche con l’aiuto in certi frangenti della Messina Servizi.
Sul viale Italia, al confine nord dell’area a rischio dove dallo scorso fine settimana si registrano le esalazioni di idrocarburi dai rubinetti, sono stati trovati due tombini che erano l’attacco per il rifornimento del gasolio nella cisterna di un condominio. Fino a 25 anni fa, quel caseggiato, come altri, usava caldaie per il riscaldamento delle abitazioni. Poi l’arrivo del metano ha fatto dismettere quell’impianto ma la cisterna (5000 litri è una stima plausibile) non è stata rimossa. Quando i tecnici di Amam e i Vigili del fuoco hanno aperto uno dei due tombini che si trova peraltro in una fermata del bus (siamo a poche decine di metri dalla via Noviziato che conduce a Montepiselli), l’odore di gasolio si è sparso in tutta la zona. A galleggiare un paio di metri cubi di liquido che altro non era che acqua mista a idrocarburi. Le analisi, effettuate dal consulente ambientale Giuseppe Zaffino, diranno poi che la concentrazione di quel liquido nel pozzetto era di 1800 mg per chilo. In serata è iniziato lo svuotamento della cisterna vera e propria (alta almeno 1,50 metri e interrata a cavallo del marciapiede) ma è probabile, dicono gli esperti, che buona parte del contenuto sia finito, dopo una rottura della cisterna, nel terreno. Questo gasolio, approfittando di una fessura nella tubazione dell’Amam che passa proprio fra i due tombini sarebbe finito in una rete che serve tutto il quadrilatero per il quale è scattato il divieto d’uso potabile dell’acqua. «Questo è quello che può essere solo ipotizzato in base ai dati che abbiamo – dice la presidente di Amam Loredana Bonasera –. Al 90% quello è il punto di commistione ma per essere certi dobbiamo stamattina fare altre verifiche tecniche e analisi. Speriamo di averlo trovato e di poter passare alla seconda fase».

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