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Taobuk, si alza il sipario nel valore infinito della libertà

Premiate Annie Ernaux, Joyce Oates e Azar Nafisi impegnate per l’emancipazione della donna

Cosa dobbiamo aspettarci da Taobuk, la manifestazione che si apre oggi a Taormina, e che andrà avanti fino al 19 giugno, affrontando un super tema, forse anche coraggioso: le libertà. Presto detto con le parole della presidente e ideatrice, Antonella Ferrara: «Esplorerà l’immensa potenza creativa, la forza di aggregazione e le opportunità che la libertà e le libertà conferiscono all’uomo libero, attraverso il contributo dei più autorevoli scrittori, intellettuali, filosofi e artisti internazionali. E poiché quella della letteratura è una storia di audaci libertà, non allineate e controcorrente, saranno tre scrittrici, impegnate nella lotta per l’emancipazione della donna, ognuna attraverso le lenti del proprio vissuto e del contesto culturale, le protagoniste premiate quest’anno con il Taobuk Award for Literary Excellence: Annie Ernaux, Joyce Carol Oates e Azar Nafisi».
Nei luoghi più significativi di Taormina, in cinque giorni, sono previsti oltre duecento eventi e si alterneranno ospiti di prestigio provenienti da trenta paesi del mondo. Tutti con un unico obiettivo: esplorare i «meridiani della libertà» da molteplici punti di vista e discipline, dando vita a un osservatorio mirato a privilegiare le dinamiche del presente e le prospettive sul futuro. E torniamo alle scrittrici premiate. Ernaux è premio Nobel per la letteratura in carica con la sua scrittura che è un «atto politico». È la più importante scrittrice francese contemporanea e nei suoi libri riporta a galla e seziona episodi del passato personale: l’aborto clandestino, l’amore, la prima volta, violenta e traumatica, la malattia e la morte della madre, il tumore al seno, la violenza domestica, la scoperta dell’esistenza di una sorella morta.
Oates è stata più volte finalista al premio Pulitzer con quella sua capacità di esplorare temi come la violenza domestica, l’oppressione e la mercificazione delle donne. Ha frequentato ogni genere letterario - una sorta di Kubrick della narrativa statunitense - e ha scritto più di cento libri in versi e in prosa tra raccolte di poesie, romanzi, saggi, racconti, drammi teatrali e perfino libri per bambini.
Nafisi è una vera testimone del suo tempo, fervente oppositrice del regime iraniano, costretta a scegliere l’esilio negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni: insegnava all’Università di Teheran prima di venire espulsa per non aver rispettato le norme vigenti sull’abbigliamento. Il suo impegno le è costato la cattedra universitaria ma lei, imperterrita, ha organizzato, a casa sua, un seminario clandestino con alcune delle sue allieve: per leggere. Tra voglia di Occidente e rifiuto di appiattimento in esso.
Quest’anno sarà per la prima volta ospite al Festival lo scrittore francese Daniel Pennac, grande esperto di capri espiatori, che racconterà «Capolinea Malaussène», il capitolo conclusivo del ciclo e inoltre, con l’attore e regista teatrale napoletano Pako Ioffredo, proporrà anche due brani tratti dal suo ultimo spettacolo «Dal sogno alla scena».
Ancora libri, quelli del passato, indispensabili per affrontare il presente, nell’appuntamento «Oggi e sempre Todo modo» (oggi, ore 17, Palazzo dei Congressi). Il romanzo di Leonardo Sciascia verrà affrontato nella versione teatrale che, dopo tredici anni torna in scena, curata dal biografo dello scrittore, Matteo Collura e con la regia del nipote dello scrittore, Fabrizio Catalano. Saranno proiettate scene del film diretto da Elio Petri e interviste televisive di Sciascia relative all’argomento. Ospiti del Festival due amati scrittori italiani: Marco Missiroli e Niccolò Ammaniti, che analizzeranno i protagonisti dei loro ultimi romanzi, rispettivamente «Avere tutto» e «La vita intima», alle prese con complesse dinamiche familiari e sempre in bilico tra libertà e indipendenza.

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