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Stefano Casella, il vigile urbano messinese che dirigeva il traffico nella Roma di Sordi e Fellini

Da Messina, rione Don Orione, a ridosso del quartiere Lombardo e del Ponte Americano, alle pedane di piazza Venezia a Roma, come il mitico “Vigile” di Alberto Sordi. È la storia di Stefano Casella, classe 1946, da 50 anni nella capitale, che oggi si gode la pensione dopo anni trascorsi come vigile urbano del centro di Roma, città che è diventata la sua dopo aver vinto un concorso al Comune capitolino, preferito al “posto”, sempre di vigile, a Messina.

Una simpatica foto lo ritrae con alcuni bambini giapponesi, sempre nella zona di piazza Venezia, uno dei tanti esempi di momenti vissuti nel traffico romano, soprattutto tra via Nazionale, via del Corso, piazza Barberini, piazza di Spagna, piazza del Popolo (quando era un affollato parcheggio), la mitica via Margutta, la via degli artisti, di Novella Parigini, e di personaggi come Federico Fellini: «Si faceva accompagnare a casa in macchina, e lo vedevo passare con la moglie», ricorda Casella.

Che a piazza Venezia, sopra la pedana, agitava le braccia per indirizzare il caotico traffico del centro, mentre gli studenti in gita – ricorda l’amico d’infanzia Ciccio Di Vincenzo – lo chiamavano simpaticamente “calimero”, per il casco nero che lo copriva.  Alberto Sordi veniva spesso a salutare i vigili romani, e caso vuole che Casella si trova coinvolto nel set, a Pomezia, di uno dei capolavori dell’Albertone nazionale, “Polvere di stelle”, con protagonista lo stesso attore romano e la “nostra” Monica Vitti (cresciuta da bambina a Messina), partecipando come comparsa nella scena dell’arrivo dei nazisti.

Tanti gli aneddoti nella lunga avventura romana del vigile messinese: dai funerali di Papa Paolo VI agli incontri abituali con Donna Assunta Almirante, che gli regalava il vino calabrese, dalle battute scambiate con il giovane Gigi Proietti fino ai saluti quotidiani con il presidente Pertini, sotto la sua casa di Fontana di Trevi.

Messina rimane sempre sullo sfondo, con i ricordi della giovinezza nella sua “Don Orione”: gli scout, il Cineforum, l’ex Gil, le colonie dei ferrovieri, il Lido Sud, ma anche l’esperienza da arbitro e da paracadutista civile, le gare di atletica e di baseball, la pesca al porto e i sapori antichi, quelli dei dolci delle pasticcerie della zona, gli arancini di Nunnari e Borgia, le granite.

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