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Messina, resa dei conti all’Autorità portuale. Il progetto dell’ex Fiera è a rischio

Esposto al Ministero di Franza, Blandina, Diano e altri membri dell’Organismo di partenariato. Chiesto il "ripristino della legalità", sarebbe "illegittimo" l’atto che ha portato al bando. Mega: "Non c’è alcuna violazione"

Si consuma sul campo dell’ex cittadella fieristica la resa dei conti dentro l’Autorità di sistema portuale. O meglio, tra l’attuale presidente dell’Authority dello Stretto, Mario Mega, e alcuni membri dell’Organismo di partenariato della risorsa mare, con in testa il gruppo Franza. Un rapporto mai decollato, un amore mai sbocciato. E sono tutti eufemismi.

Più volte Vincenzo Franza era uscito allo scoperto con duri attacchi nei confronti di Mega, parlando di «uomo solo al comando» (luglio di un anno fa, il tema era l’ex teatro in Fiera) e di «maniera di fare autocratica, autoreferenziale e insofferente al confronto» (settembre scorso), arrivando ad auspicare che «il pallino torni in mano a quegli Enti e Istituzioni, in testa la Regione, insieme al Comune e all’area metropolitana di Messina, che trovano potere e responsabilità in un consenso reiterato e profondo». Adesso l’asticella si alza, con un esposto inviato alla direzione generale per la vigilanza sulle Autorità di sistema portuale del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Nel mirino c’è, appunto, il progetto di riqualificazione del waterfront, o meglio il suo iter. E a firmare l’esposto sono proprio Vincenzo Franza, Santo Diano di Diano Spa (che proprio nei giorni scorsi, peraltro, si è visto respingere un’istanza di concessione demaniale per realizzare un molo d’attracco per navi bidirezionali sulla linea Reggio Calabria-Messina, dedicato ad auto e mezzi pesanti), Ivo Blandina, Alessandra Latino, Alessandro Antonio Mellina e Filippo Arecchi. Tutti membri (tra effettivi e supplenti) dell’Organismo di partenariato della risorsa mare.

L'esposto

Alla base dell’esposto c’è l’atto con cui il comitato di gestione dell’Authority, il 5 maggio scorso, ha deliberato di modificare il piano triennale delle opere 2023-2025, aggiornandolo proprio con l’intervento «concernente la riqualificazione del waterfront della città di Messina nelle aree libere della zona ex Fiera per il collegamento della Passeggiata a mare». Secondo Diano, Franza, Blandina e gli altri «per l’adozione legittima del provvedimento era necessario acquisire il parere obbligatorio dell’Organismo di partenariato della risorsa del mare», ma questo non è avvenuto, «l’organo – si legge nella nota – non è stato messo in condizione di assumere alcuna posizione sull’intervento modificativo del Piano operativo triennale». Una variazione che «riguarda un contenuto rilevante del piano, ossia la programmazione di un nuovo intervento nell’area fieristica auspicato dal territorio, rispetto al quale l’Organismo non ha espresso il proprio orientamento economico-sociale. Infatti, stante il pressoché raddoppio dei costi rispetti a quelli previsti dal Piano operativo triennale, avrebbe potuto fornire il proprio contributo per la migliore destinazione delle somme».
Ancora più duro il terzo punto dell’esposto, in cui viene evidenziato che il caso dell’ex Fiera «si inserisce nel solco del più volte denunciato comportamento dell’Autorità di sistema portuale verso l’Organismo meramente formalistico, sordo e mai realmente rispettoso delle reciproche attribuzioni». E l’illegittimità della delibera potrebbe «incidere» sulla «efficacia dei provvedimenti conseguenziali», come il bando di gara per l’esecuzione dei lavori secondo il progetto esecutivo aggiornato da 6,8 milioni di euro. Ed è proprio per «prevenire il rischio di impugnazione degli atti che provocherebbe significativi ritardi nel procedimento», scrivono i membri dell’Organismo, che viene chiesto un intervento del Ministero, «ripristinando la legalità violata».
Da parte sua Mario Mega non si scompone più di tanto. Negli uffici degli Authority c’è la convinzione di aver agito correttamente e che quello non fosse un nuovo intervento ma solo l’aggiornamento del costo di un progetto già esistente: «Noi siamo convinti che non ci sia alcuna violazione della legge – dice il presidente – e siamo pronti a riferire al ministero delle Infrastrutture sulla procedura utilizzata. Nel frattempo, comunque, l'iter per l'affidamento dei lavori non si fermerà, perché si tratta di un'opera importante per la città di Messina su cui il Comitato di Gestione all'unanimità si è espresso favorevolmente». Ma il rischio quantomeno di un rallentamento c’è. Non è escluso, infatti, che venga chiesto all’Authority di ascoltare l’Organismo di partenariato, prima di andare avanti con l’iter. Frenando l’intera procedura.

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