La macchina del Ponte sullo Stretto si rimetterà davvero in moto oggi. Finora si è mossa la politica e i passi compiuti sono stati, ovviamente, determinanti, col decreto Salvini prima e l’ok di Camera e Senato poi, che lo hanno fatto diventare legge. Da oggi, però, torna in campo la “Stretto di Messina Spa”, con la prima assemblea dei soci, secondo la road map resa nota nei giorni scorsi da uno dei progettisti del Ponte, il prof. Claudio Borri di Firenze. Proprio nelle stesse ore in cui il ministro Matteo Salvini (e con lui, tra gli altri, il numero uno del gruppo Ferrovie dello Stato, Luigi Ferraris) sarà a Messina a parlare di Ponte, la “Stretto” riprenderà ufficialmente le proprie attività, probabilmente già con le nomine di presidente e amministratore delegato, cariche per le quali si fanno i nomi di due vecchie conoscenze come Pietro Ciucci e Pietro Lunardi.
Il primo passo di un percorso che, da qui in poi, prevede una serie di tappe chiave. La nomina del nuovo Cda della “Stretto” sarà anche l’occasione di muovere i primi passi in quest’ambito per i nuovi soci: ministero dell’Economia e ministero dei Trasporti sono quelli di maggioranza, avendo acquisito gran parte delle quote di Anas e Ferrovie, che rimangono in assemblea insieme alle Regioni, Sicilia e Calabria. Ognuno indicherà un componente del consiglio d’amministrazione e a quel punto la società sarà pienamente tornata operativa, dopo anni di stallo causati dalla messa in liquidazione.
Questo significa anche iniziare un iter che, oltre a portare alla vera prima pietra – il Governo e il ministro Salvini in primis sono convinti che la data “X” possa essere a metà 2024 –, dovrà sciogliere tutta una serie di nodi emersi in questi mesi, da quando, cioè, il decreto Salvini ha riportato il Ponte sullo Stretto in cima all’agenda delle opere pubbliche e, quindi, del dibattito.
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