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Messina, lo spaccio di droga nel rione Giostra: domani la sentenza

Dopo la conclusione degli interventi difensivi i giudici si sono ritirati in camera di consiglio. A gennaio l’accusa ha chiesto 23 condanne e un’unica assoluzione

Domani si avrà il verdetto. Sono in camera di consiglio da ieri mattina i giudici che stanno trattando il processo d’appello per i 25 imputati dell’operazione “Market place”, che in primo grado scelsero il rito abbreviato. E con tutta probabilità sarà nella tarda mattinata di domani che verrà letta in aula la sentenza. Ieri si è concluso il lungo ciclo delle arringhe difensive, poi i giudici si sono ritirati per decidere. Si tratta della maxi indagine che ha svelato un imponente giro dello spaccio di droga tra le palazzine del grande complesso Iacp al rione Giostra, in via Seminario Estivo, definito non a torto la “Scampia messinese”. È l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia, sfociata in un blitz della Squadra mobile a maggio del 2021, che ruotava attorno a due organizzazioni che si contendevano il controllo della piazza di spaccio. Ieri sono già iniziate le arringhe difensive, le altre udienze sono state fissate a marzo. Il 30 gennaio, nel giorno dell’accusa il sostituto procuratore generale Giuseppe Costa, chiese 23 condanne tra conferme e rimodulazioni, e un’unica assoluzione totale (una posizione fu all’epoca stralciata).

I nomi

La conferma della condanna di primo grado fu invocata per Paolo Arrigo (12 anni), Vincenzo Barbera (4 anni), Angelo Arrigo (20 anni), Vittorio Stracuzzi (20 anni), Pasquale Rossano (9 anni, un mese e 10 giorni), Stello Rossano (10 anni, 6 mesi e 15 giorni), Marco Talamo (12 anni e 4 giorni), Girolamo Stracuzzi (20 anni), Beatrice Rossano (2 anni e 4mila euro), Giancluca Siavash (20 anni), Carlo Pimpo (8 anni e 4 mesi), Antonino Arrigo ( 20 anni), Manuela Valente (8 anni e 5 mesi), Giosuè Orlando (13 anni, 2 mesi e 6 giorni), Eugenio Sebenico (8 anni e 8 mesi), Carmelo Prospero (12 anni, un mese e 10 giorni), Giuseppa Paratore (un anno e 4 mesi). La rideterminazione della condanna fu chiesta per Giuseppe Bonanno (applicare la “continuazione” con una sentenza del 2017), Federico Russo (assoluzione parziale dal reato associativo), Concetta Assenzio (assoluzione parziale dal capo 10), Alessia Stracuzzi (assoluzione parziale dal capo 10), Ramona Assenzio (assoluzione parziale dal reato associativo), Sandro Minutoli (assoluzione parziale dal reato associativo). L’assoluzione totale il magistrato dell’accusa la chiese con la formula dubitativa dell’insufficienza di prove per Daniela Monti. All’epoca fu stralciata la posizione di Filippo Cannavò.

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