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Barcellona, detenuto catanese con... otto telefonini in cella

Emergono clamorosi punti deboli del sistema di controllo

Ancora criticità nei sistemi di sicurezza della Casa circondariale di Barcellona. In carcere e fuori dal carcere, un detenuto sempre col telefonino avrebbe garantito a sé e forse ad altri le comunicazioni con l'esterno. Anche quando in possesso di regolare autorizzazione per visite mediche ambulatoriali l'uomo - che adesso è stato trasferito in altro Istituto - si recava accompagnato dalla moglie che puntualmente lo attendeva davanti all'ingresso del carcere per poi accompagnarlo in auto, fino ad un ambulatorio dentistico cittadino per sottoporsi ad un ciclo di cure dentali. Il detenuto, un catanese di 30 anni, Luca Aurora, con numerosi pregiudizi per rapine e conseguenti evasioni dagli arresti domiciliari, rinchiuso nella Casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto, avrebbe utilizzato e custodito in un nascondiglio, ricavato in una cella situata al primo piano del quinto reparto dell'Istituto, ben otto telefonini di piccola dimensione di fabbricazione cinese, qualcuno dei quali utilizzati per comunicare con l'esterno. Oltre ai telefonini anche quattro accumulatori di scorta. A far sorgere i primi sospetti la costante puntualità osservata dalla moglie dell'uomo che arrivava sempre in orario, sia davanti ala carcere e all'ambulatorio dentistico.

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