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Pochi giudici, tribunale di Patti in allarme

Allarme per lo svuotamento d’organico dell’ufficio di Procura, la preoccupante escalation sul territorio di reati del cosiddetto “codice rosso” e di abuso di stupefacenti tra i giovanissimi

Allarme per lo svuotamento d’organico dell’ufficio di Procura, la preoccupante escalation sul territorio di reati del cosiddetto “codice rosso” e di abuso di stupefacenti tra i giovanissimi, la riluttanza a denunciare usura ed estorsione ed il “ritorno alle origini” della criminalità organizzata sui Nebrodi.
Il procuratore capo della Repubblica di Patti, Angelo Vittorio Cavallo, traccia alla “Gazzetta del Sud” la propria attenta analisi delle esigenze attuali e dell’evoluzione del contesto territoriale tirrenico nebroideo, in cui il magistrato leccese opera con scrupolo e rigore dall’estate 2018.
- Dottor Cavallo, la Procura di Patti è destinata ad andare in sofferenza?
«In effetti, a breve, la Procura si svuoterà. I colleghi Lia ed Urban sono in corso di trasferimento e su un organico di cinque sostituti saremo con il 40% in meno. Inoltre un’altra collega è in maternità ed il dottor Apollonio usufruisce dell’esonero al 50% per l’incarico di consulente del vicepresidente del CSM Pinelli. Da settembre avremo dunque un solo sostituto a pieno regime, la collega Ardizzone, ed un altro a “mezzo servizio”. Questo è un ufficio, come tutti quelli medio piccoli, storicamente destinato al turn over non appena i colleghi raggiungono il minimo di anni necessari di permanenza. Saremo costretti a viaggiare a ritmo ridotto, nella speranza che il CSM, cui ho già fatto richiesta, entro il 2024 ci assegni due nuovi MOT (Magistrati Ordinari in tirocinio). Qualora non dovesse essere soddisfatta tale richiesta, nell’eventualità che altri casi siano ritenuti più critici del nostro, la situazione sarebbe davvero drammatica, con indagini e processi delicati destinati ad arenarsi. Stesso discorso varrà anche per il Tribunale visto che ci sono colleghi prossimi alla partenza.

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