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Messina "in vetrina"... Da Masterchef al crocierismo: l'onda va cavalcata ora

Bisogna essere responsabili, ognuno per proprio conto e secondo il proprio ruolo, di trasformare in realtà i sogni, di concretizzare le potenzialità, di tradurre in atti reali i rendering dei progetti futuribili, di rendere sempre più attraente la città

Sminuire o esaltare eccessivamente sarebbe sbagliato, come sempre c’è una via di mezzo, che è la più sensata, logica e utile. Messina attraversa un momento particolare, dal punto di vista mediatico. C’è un’attenzione inedita, almeno rispetto al recente passato, che può essere spiegata in vari modi. Da un lato, l’effetto promozionale del progetto “Brand Messina” avviato dall’Amministrazione comunale negli ultimi anni. Dall’altro, non è irrilevante il fatto che si parli di Messina a livello nazionale, per le vicende legate alla costruzione del Ponte sullo Stretto.

E poi c’è il traino del crocerismo, che sta facendo da vero e proprio motore del rilancio turistico nelle città italiane sedi dei maggiori porti. Pensiamo al caso di Napoli e a quello di Genova e Trieste, ma anche, nel nostro piccolo, a Messina, che si ritrova quotidianamente ad accogliere migliaia di turisti che non avrebbe mai avuto, se non ci fosse il porto e se quel porto non fosse così inserito nel cuore della città da diventare un tutt’uno.

Va cavalcata l’onda. E ciò significa l’assunzione di maggiori responsabilità da parte di tutti, amministratori in testa, enti e istituzioni, ma anche la cittadinanza. Siamo responsabili, ognuno per proprio conto e secondo il proprio ruolo, di trasformare in realtà i sogni, di concretizzare le potenzialità, di tradurre in atti reali i rendering dei progetti futuribili, di rendere sempre più attraente questa nostra città. Al di là dei facili entusiasmi e del vittimismo. Senza dire che siamo la città più bella del mondo ma senza neppure piangerci addosso, o dipingerci all’esterno come se fossimo i peggiori, come se nulla avesse senso, come se l’andare via dallo Stretto fosse un destino ineluttabile. Eh no, non lo è, il destino è quello che fabbrichiamo quotidianamente, nei momenti d’oro o nei periodi più bui, è la destinazione che noi sappiamo imprimere al nostro cammino. Altrimenti i nostri antenati non avrebbero ricostruito la Messina colpita da sciagure immani, come il terremoto del 1908 o i bombardamenti della Guerra.
Cavalcare l’onda si può, si deve. Rendere sempre più decorosa la città (e in molte parti, purtroppo, non lo è, o non lo è ancora sufficientemente). Promuoverne sempre più l’immagine e fare in modo che la forma esterna coincida con la sostanza interna, cioè che Messina sia bellissima non solo per la “magia” di un istante, nelle riprese dell’alto delle telecamere della Rai o di Sky, ma giorno per giorno, e lo sia per i messinesi, così come per i turisti. È un obbligo che abbiamo, tutti, nei confronti delle nuove generazioni. La rassegnazione, tra tutti i peccati, è quello mortale.

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