“Decreto criptovalute e Ponte sullo Stretto”. Così la pagina ufficiale della Camera dei deputati annuncia i prossimi due temi che saranno posti all’esame dell’Aula di Montecitorio. Oggi le criptovalute, domani, con inizio alle 15, il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. E, dunque, oggi si chiuderà, con il voto finale, la discussione in seno alle Commissioni riunite Trasporti e Ambiente (convocate per la mattinata) e a quella Bilancio (nel pomeriggio). La “road map” del Governo, dunque, viene confermata, sia rispetto ai tempi sia alle linee essenziali del decreto di conversione in legge del Dl esitato lo scorso 31 marzo. I tempi: entro il 30 maggio la partita dovrà essere chiusa, compresa la votazione al Senato. I contenuti: ci sono stati numerosi emendamenti, quasi tutti quelli delle opposizioni bocciati, accolti i nove presentati dai deputati di maggioranza, ma sostanzialmente il decreto resta quello voluto dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, d’intesa con la premier Giorgia Meloni.
E proprio Salvini non demorde, sapendo che dal “suo” Nord arrivano gli attacchi concentrici contro quello che viene definito, su alcuni quotidiani nazionali, «lo spreco per il Ponte fantasma», perché ovviamente investire miliardi per l’Area dello Stretto e per lo sviluppo del Mezzogiorno è molto più “scomodo” che mettere sul piatto della città di Genova – ma è solo un esempio, e non se ne abbiano a male i genovesi – una serie di investimenti complessivi, tra Pnrr, infrastrutture portuali e il progetto della “Gronda” (una teoria infinita di svincoli e gallerie), pari all’importo che serve per realizzare il Ponte, cioè tra gli 11 e i 15 miliardi di euro.
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