È stata condannata alla pena di sette anni e sei mesi di carcere una 57enne di Oliveri, riconosciuta responsabile di violenza sessuale aggravata. La donna era imputata in particolare per condotte omissive, non avendo impedito che la propria figlia minorenne fosse reiteratamente costretta a subire atti sessuali completi ad opera dello zio, fratello dell’imputata. I fatti contestati si riferiscono al periodo tra il 2012 e il 2016. Il collegio del Tribunale di Patti, presieduto da Ugo Scavuzzo, giudici Eleonora Vona e Giovanna Ceccon, ha quindi disposto a carico dell’imputata l’interdizione perpetua dai pubblici uffici o attinenti alla tutela, curatela ed amministrazione di sostegno, oltreché da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado o servizio in istituzioni in strutture a contatto con minori. Applicata inoltre la perdita del diritto agli alimenti e l’esclusione dalla successione della persona offesa, con l’interdizione legale per la durata della pena. I giudici hanno infine condannato l’imputata al risarcimento dei danni alla parte civile, da liquidarsi in separata sede oltre le spese, disponendo che, dopo l’esecuzione della pena stessa, la donna sia sottoposta per un anno al divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati abitualmente da minori.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina
Caricamento commenti
Commenta la notizia